“Non siamo contrari a priori ai processi di fusione, ma lasciamo stare questi pasticci”, commenta il gruppo di opposizione a Terranuova. Resta vivo il dibattito politico dopo l’assemblea lanciata dal sindaco di Montevarchi
Un pasticcio, una buffonata: non usano mezzi termini i rappresentanti di 'Terranuova in comune', commentando la proposta di costituire il Comune unico del Valdarno, lanciata lunedì sera all'assemblea pubblica convocata dal sindaco di Montevarchi, Francesco Maria Grasso.
"Crediamo che, in un momento così difficile, i cittadini necessitano di risposte serie e concrete dalle istituzioni. Noi – aggiunge il gruppo di opposizione terranuovese – non siamo contrari a priori ai processi di fusione, ma lasciamo stare questi pasticci. Intanto, non è mai stato portato alcun dato a sostegno di questa mega-fusione a beneficio dei cittadini".
Qualche calcolo prova a farlo proprio il gruppo 'Terranuova in comune'. Ed è a sfavore dell'ipotesi di fusione: "Qualora ci limitassimo all’unione dei tre comuni più grandi del Valdarno, Montevarchi, San Giovanni e Terranuova, i numeri sarebbero impegnativi. Otterremmo un comune di circa 55mila abitanti, per un’estensione di 164 chilometri quadrati, con un bilancio di gestione di circa 80 milioni di euro. Quindi aumento demografico, territoriale e di costi. Risulterebbero già irrisori i contributi previsti dalla legge regionale per la fusione: 750mila euro all’anno (250mila euro a comune) per cinque anni, perché il sistema è ‘premiante’ proprio per la fusione tra piccoli Comuni".
"Non crederà il sindaco di Montevarchi di ottimizzare le spese, i servizi, o snellire la burocrazia, togliendo solo le giunte e i consigli comunali? Se poi il modello è l’area vasta, o la gestione dei servizi con gli ambiti territoriali, mai stati ‘ottimali’, portati avanti senza alcun controllo dei sindaci e con il solo obiettivo raggiunto dell’impennata delle tariffe, il fallimento è già servito. Con un Comune unico così grande, alcune zone potrebbero diventare periferie, senza la garanzia del presidio continuo degli uffici amministrativi. Per non parlare delle frazioni: già oggi abbandonate a se stesse".
Il quadro disegnato dall'opposizione terranuovese è tutto ombre. E poi c'è la critica sul metodo: "Crediamo anche che non sia rispettosa delle istituzioni la proposta di promuovere il Comune unico by-passando i consigli comunali. Su 16 processi di richiesta di fusione tra Comuni in Toscana, solo per 8 la popolazione ha espresso un voto favorevole, e tramite il referendum già previsto dalla legge. Cari sindaci, non è più il tempo delle proposte demagogiche a tutela degli interessi di parte. Pensate, invece, al bene concreto dei cittadini".