In Valdarno la maggior parte dei commercianti e pubblici esercizi si è adeguata e sta mettendo a disposizione della propria clientela anche il pagamento elettronico. Tuttavia il costo del Pos per i commercianti è troppo elevato. Ne abbiamo parlato con Sara Ballerini di Conferesercenti zona Valdarno
A sette mesi dall'obbligo per tutti coloro che vendono beni, servizi e prestazioni di dotarsi del Pos, il Valdarno si è fatto trovare pronto: commercianti e pubblici esercizi si sono presto adeguati e stanno mettendo a disposizione della propria clientela anche il pagamento elettronico, tuttavia sono molte le lamentele riguardo al costo del Pos; troppo elevato per i commercianti riferisce Confesercenti zona Valdarno.
"Le attività che non si sono ancora adeguate sono pochissime e sono quelle che emettono uno scontrino medio sotto i 5 euro – spiega Sara Ballerini di Confesercenti – L'utilizzo della moneta elettronica che il governo vuole stimolare è un obiettivo condiviso anche dalle imprese, visti gli oneri e i rischi della gestione del contante, ma è fondamentale abbassare le commissioni della moneta elettronica."
"Il ‘Tax Credit Pos’ non basta. Il credito di imposta per le commissioni pagate dalle imprese su carte e bancomat è insufficiente – continua Ballerini – Secondo le stime di Confesercenti nazionale, per un’attività ‘media’ con 200mila euro di fatturato l’anno (di cui il 50% pagato con carte o bancomat) il credito sarebbe di appena 429 euro. Un mini-bonus certamente insufficiente a coprire i 1.430 euro di commissioni sui pagamenti elettronici sostenuti dall’attività. Anche perché il meccanismo non tiene conto dei costi aggiuntivi legati all’installazione e all’utilizzo del Pos e della linea telefonica dedicata."
"La misura va corretta, alzando la percentuale coperta dal beneficio e puntando ad un abbassamento generale delle commissioni applicate a carte e bancomat, anche promuovendo la competizione tra carte di credito e di debito e nuovi sistemi di pagamento tecnologicamente più evoluti. Ma è necessario anche azzerare costi e passaggi burocratici. L'obiettivo è premiare chi utilizza la moneta elettronica anche attraverso l’abbassamento delle commissioni per somme non elevate. È auspicabile intanto che si arrivi davvero ad un taglio delle commissioni sulle "microspese", per una cifra compresa tra i 5 e i 25 euro, e poi che si tratti di una riduzione effettiva, e non mascherata da incrementi di altri costi."
"Riteniamo che, a fronte dell’introduzione dell’obbligo di accettazione della moneta elettronica, sia necessario ottenere una riduzione complessiva delle commissioni – conclude Ballerini – Oltre al costo delle commissioni sul transato, che è coperto solo nella misura del 30% dal tax credit Pos, è il costo di installazione e il canone mensile, che varia nella nostra zona dai 10 € ai 25 €, fino ad arrivare a € 50 che i commercianti chiedono che siano abbassati. Tutti insieme, contribuiscono a ridurre il margine che rimane in mano all’esercente. Le commissioni sul transato variano da un 0,5% per aziende che hanno volumi di transato molto alti ad un 1,5 %, sfiorando in qualche occasione anche il 2,5%."
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