Partiti a rilento i saldi di fine stagione nella provincia di Arezzo. Sconti fino al 50% ma poco entusiasmo negli acquisti. E il budget a disposizione è inferiore allo scorso anno
Clienti 'prudenti', che spendono in media meno dello scorso anno in almeno due negozi su tre: è il punto tracciato da Confesercenti Arezzo a dieci giorni dall'avvio dei saldi estivi, su tutto il territorio provinciale. Confesercenti ha condotto un sondaggio tra gli associati per analizzare le vendite a prezzo scontato durante il periodo post emergenza coronavirus.
Per il 61,1% degli intervistati, il cliente è molto prudente e spende molto meno; per il 22,2% in linea di massima l’andamento è lo stesso. Mentre per l’11,1% c’è stato addirittura un rinnovato entusiasmo negli acquisti. C’è poi un 5,6% che ha indicato meno presenze ma ha notato un cambiamento nell’approccio all’acquisto con il cliente, che entra veloce ed acquista deciso rimanendo meno in negozio.
All’indagine di Confesercenti hanno risposto un campione di 60 attività del settore dell’abbigliamento uomo, donna e bambino oltre alle calzature, accessori e articoli per la casa, idee regalo, argenteria e intimo di cui la metà in città e il restante distribuiti tra Valdichina, Casentino, Valdarno e Valtiberina.
“Come ogni anno – commenta il direttore di Confesercenti Arezzo, Mario Checcaglini – l’associazione ha monitorato l’andamento dei saldi. La fotografia che abbiamo scattato rispecchia un andamento timoroso e in frenata. Purtroppo le condizioni sono difficili. Nessuno ha visto aumentare le vendite e tra le vetrine a cambiare è anche l’approccio ai saldi con i consumatori preoccupati dalle prospettive economiche e dalla tutela della salute. A parlare sono anche i numeri dei registratori di cassa: basti pensare che il 38,9% degli scontrini oscilla tra 50 e 100 euro; il 38,3% sono scontrini inferiori a 50 euro”.
In tema delle percentuali di sconto, quasi la metà dei commercianti ha deciso di applicare sconti fino al 50%. Per la stragrande maggioranza dei commercianti i saldi restano uno strumento utile per poter effettuare le vendite anche se è sulle date di avvio che si divide la categoria. “Per il 35% è giusto l’avvio dei saldi estivi a luglio; mentre per il 60% dovrebbero iniziare ad agosto. Per i saldi invernali, il 25% indica l’avvio a gennaio; il 55% agli inizi di febbraio ed il 15% sarebbe favorevole a posticiparli alla fine di febbraio. C’è poi un 5% favorevole ai saldi per tutto l’anno”.
Infine Confesercenti ha inteso registrare il giudizio degli operatori nei confronti degli strumenti di liquidità e di sostegno al reddito promossi dal Governo per fronteggiare l’emergenza post Coronavirus tra i negozi. “Il 45% giudica gli strumenti utili – aggiunge Checcaglini – ma critica l’eccessiva burocrazia per ottenerli. Per il 40% sono invece insufficienti. Il 10% ritiene che siano sufficienti mentre il 5% ha indicato che il governo avrebbe dovuto fare di più anche a sostegno dei dipendenti. L’andamento dei saldi dimostra la necessità di aiutare le imprese dell’abbigliamento, un settore tra i più colpiti; sarà quindi necessario sostenere le famiglie attraverso il reddito in modo che possano tornare a fare acquisti; questo sarà importante soprattutto in previsione della progettualità dell’utilizzo delle risorse previste dal Recovery fund”.