24, Novembre, 2024

Apicoltura, il grido d’allarme: “Raccolta del miele quasi azzerata dal maltempo”. Parla un produttore valdarnese

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Le conseguenze del maltempo sulla produzione del miele, nella denuncia di Coldiretti Arezzo. Il produttore montevarchino Fabio Betti: “In grande sofferenza la produzione di acacia, anche il miele di erica è in difficoltà, noi siamo passati da 20 quintali a zero. In queste settimane è stata una guerra con le sciamature che azzera completamente la produzione”

Il maltempo colpisce duro nell'apicoltura locale. In Valdarno, così come in tutta la provincia di Arezzo, la produzione di miele quest’anno è praticamente azzerata a causa dell’andamento climatico siccitoso del mese di marzo seguito dai mesi di aprile e maggio, dal meteo particolarmente capriccioso e caratterizzati da vento, pioggia e sbalzi termici. Una serie di condizioni avverse, che non hanno consentito alle api neanche di trovare nettare sufficiente da portare nell’alveare.

L’allarme arriva tra l'altro nella giornata mondiale delle api, che si festeggia proprio oggi, 20 maggio, dopo essere stata istituita dall’Onu nel 2018, per riconoscere il ruolo insostituibile svolto da questo insetto.

A spiegare la situazione è Fabio Betti, apicoltore, titolare dell'azienda agricola Le Poggiole di Montevarchi. “Con la siccità di marzo le api non hanno trovato nettare e quando tra aprile e maggio hanno cercato di nuovo il nettare non lo hanno trovato, recuperando solo polline. Le ho dovute nutrire, ripetutamente, altrimenti sarebbero morte di fame”. Il maltempo ha compromesso molte fioriture e di conseguenza le api, che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare.

"La sofferenza delle api – precisa la Coldiretti aretina – è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto che sconvolgono la natura e si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo".

“Il problema è reale – prosegue Betti – io faccio i mercati di Campagna Amica oramai da oltre 7 anni, e questo è il terzo anno in cui il meteo mette seriamente a rischio le produzioni, possiamo parlare tranquillamente di annate tragiche. Pensiamo al miele di acacia, che è la produzione trainante, fino a pochi anni fa avevamo il patema delle gelate, a quello adesso si è aggiunto anche la siccità prima ed i problemi causati dalle piogge abbondanti poi, con questo cattivo tempo non ho provato nemmeno a spostarle in zone diverse perché l’allerta è alta dappertutto. Non solo l’acacia, anche il miele di erica è in difficoltà, noi siamo passati da 20 quintali a zero".

"In queste settimane è stata una guerra con le sciamature – conclude l'apicoltore montevarchino – stando dentro comincia lo sviluppo, la famiglia cresce in sovrabbondanza, e con il primo miele che hanno potuto raccogliere e le famiglie fortissime, hanno allevato celle reali e le famiglie si dividono ed escono facendo la sciamatura, cosa che azzera completamente la produzione". 

In questo clima incerto, rilevanti sono le importazioni dall’estero che nel 2018 in Italia sono risultate pari a 27,8 milioni di chili, in aumento del 18% rispetto all’anno precedente. Quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli paesi: Ungheria con oltre 11,3 milioni di chili e Cina con 2,5 di chili ai vertici per l’insicurezza alimentare. "Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica", commenta la presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci.

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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