29, Novembre, 2024

Anatomia patologica: in corso il trasferimento dalla Gruccia ad Arezzo. Mugnai: “Un fatto grave”

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Termina il processo di riorganizzazione di anatomia patologica: in via di trasferimento gli apparati della Gruccia dove rimarrà il laboratorio per l’attività intraoperatoria. La Asl: “L’operazione va salutata come una grande opportunità di crescita professionale per il personale e di risultati per la ricerca e l’attività diagnostica di così grande importanza e valore”. Il consigliere Stefano Mugnai: “È un fatto grave, l’ennesimo, che depotenzia e svilisce la sanità in Valdarno”.

È in corso in queste ore il trasferimento del reparto di anatomia patologica dalla Gruccia ad Arezzo. Nel presidio valdarnese resterà il laboratorio per l’attività intraoperatoria. Soddisfatta la Asl8 che ritiene l'operazione una grande opportunità di crescita per il personale, la diagnostica e la ricerca, critico, invece, il vice presidente della commissione sanità della Regione Toscana Stefano Mugnai che la ritiene negativa per la sanità del Valdarno.

Dalla prossima settimana la struttura della Gruccia che si occupa di analizzare i tessuti umani prelevati dai pazienti verrà unificata ad Arezzo nell'ottica di una concentrazione in laboratori di maggiori dimensioni dettata da una delibera del consiglio regionale toscano.

"La decisione di concentrare l’attività su Arezzo è di due anni fa – affermano dalla Usl – L’intero progetto è stato portato alla sua fase finale anche con il coinvolgimento della conferenza dei sindaci del Valdarno. Gli amministratori dei comuni della vallata hanno messo sul piatto la richiesta di non avere alcun decadimento delle prestazioni per i cittadini del Valdarno. Su questo fronte va invece detto che la concentrazione su Arezzo di gran parte degli impianti e del personale consentirà alla struttura di introdurre “tecnologie di diagnosi molecolare” per la diagnostica dei tumori, oggi impensabili. Una nuova frontiera verso la quale la ricerca e la scienza indirizza le nuove cure. Oggi le richieste di questa natura devono essere trasferite presso altri centri".

Sta anche per prendere il via la “telepatologia”, cioè la trasmissione di dati per via telematica che sarà collegata alla rete regionale. Su Arezzo, dunque, saranno concentrate tutte le analisi programmate. Ma alla Gruccia resterà attivo il laboratorio per l’attività intraoperatoria. Tecnico e medico saranno presenti nell’ospedale del Valdarno per garantire analisi immediate di anatomia patologica nel corso di ogni intervento chirurgico.

“Insomma, l’operazione di unificazione della anatomia patologica – fanno sapere dalla Usl – sulla cui realizzazione ed evoluzione erano tutti a conoscenza da anni, non solo non ha motivo di essere contestata con motivazioni ormai superate, ma, a parere dell’Azienda, va salutata come una grande opportunità di crescita professionale per il personale e di risultati per la ricerca e l’attività diagnostica di così grande importanza e valore.”

Non la pensa così il vicepresidente della commissione sanità della Regione Toscana, Stefano Mugnai, che fin dal primo momento si è detto contrario al trasferimento vedendoci un declassamento per l'ospedale valdarnese.

"Da lunedì il reparto di anatomia patologica dell’ospedale del Valdarno non ci sarà più. Dopo trent’anni di onorata attività, sarà trasferito banchi e chicchi dal Santa Maria alla Gruccia al San Donato di Arezzo, da dove passeranno dunque tutti gli esami di settore con dilatazione dei tempi d’attesa per i referti e quant’altro. È un fatto grave, l’ennesimo, che depotenzia e svilisce la sanità in Valdarno".

"Così, suona il de profundis per un reparto che, nella sua storia, con la sua presenza ha garantito ogni anno in media 130 interventi chirurgici in particolare a carattere oncologico, servendo con efficienza ed efficacia un bacino d’utenza potenziale di 100 mila abitanti, solo per rimanere all’ambito strettamente territoriale".

"Si accorpa puntando a risparmiare soldi – spiega – senza badare al mantenimento degli standard qualitativi del servizio di assistenza e cura che si eroga ma solo al contenimento dei costi, vitello d’oro sul cui altare si immola ormai da tempo la sanità territoriale per non dover mettere mano agli apparati e alle burocrazie che, soprattutto in tempo preelettorale, garantiscono il mantenimento del consenso politico".

 

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