Sembra incerto il futuro di Podere Rota: la discarica, che negli anni ha sollevato numerosi dibattiti tra cittadini e parti politiche, ebbe già nel 2010 una concessione per l’ampliamento disposta dalla provincia di Arezzo e destinata ad esaurirsi al 2021. Oggi che si avvicina l’esaurimento delle vasche di raccolta, si riapre il dibattito sulla destinazione e lo smaltimento dei rifiuti del Valdarno. Abbiamo visitato l’impianto: prima tappa di una nostra inchiesta
Si avvia verso l'esaurimento della sua attuale capacità, la discarica di Podere Rota a Terranuova. Le ultime vasche, frutto dell'ampliamento disposto nel 2010, si stanno riempiendo: e ora si riapre il dibattito sul futuro della gestione dei rifiuti in Ato Toscana Sud, e sulle possibili ipotesi. Valdarnopost apre un'inchiesta dedicata a questo tema, con approfondimenti dedicati ai vari aspetti e interviste ai soggetti coinvolti. Prima tappa, la discarica: l'impianto di Podere Rota ci ha aperto le porte, e abbiamo fatto il punto della situazione con Aldo Ferretti, responsabile della comunicazione di CSA Impianti, l'azienda che la gestisce.
Qui entrano rifiuti urbani (domestici indifferenziati e organici) e rifiuti speciali non pericolosi (quelli provenienti dalle aziende, in sostanza) che sono il risultato della raccolta effettuata nei comuni dell'Ato Toscana Sud e, in deroga, anche una parte di quelli dell'area fiorentina, perché l'Ato Toscana Centro non è ancora autosufficiente. Il percorso e i trattamenti all'interno della discarica sono oggi tra i più moderni.
"Rispetto a 10 anni fa le cose sono cambiate sostanzialmente – spiega Ferretti – tempo addietro si riponeva meno attenzione nella selezione di ciò che entrava in discarica, adesso i trattamenti ed i passaggi per cui un rifiuto entra o no, o per cui subisce determinati processi, sono più complessi e rigorosi. Non tutto ciò che è dentro il cassonetto viene gettato direttamente in discarica, tant'è che, oggettivamente, le esalazioni sgradevoli da anni a questa parte sono diminuite, anche se i cattivi odori, pur se in minor parte, rimangono. Qui, d'altra parte, ci sono quasi 5 milioni di metri cubi di rifiuti, tra cui gli organici." Rifiuti che non vengono inseriti in discarica così come arrivano dai cassonetti: complessi e sofisticati processi di lavorazione separano, triturano e stabilizzano l'indifferenziato; lunghi periodi di fermentazione invece consentono di recuperare l'organico.
"Podere Rota è una realtà molto all'avanguardia rispetto alle altre discariche d'Italia – continua Ferretti – anche sul fronte del rispetto dell'ambiente circostante. Abbiamo dei progetti aperti con l'Università di Firenze, abbiamo installato 21 punti di campionamento per verificare la presenza di inquinanti nelle falde, anziché 3 come prevederebbe la legge; ci siamo impegnati nella realizzazione dell’ammendante compostato misto che può essere utilizzato come fertilizzante; abbiamo elaborato un impianto di riutilizzo dei biogas molto progredito."
Attualmente, nei terreni adibiti alle vasche di raccolta sono seppelliti circa 4 milioni e 700mila metri cubi di rifiuti, e alla fine del 2018 l'impianto ha dato il via all'utilizzo della penultima vasca. Di questo passo, la discarica di Podere Rota potrebbe arrivare al riempimento totale di tutte le 11 vasche disponibili anche prima del 2021. Nello specifico, con un ingresso in discarica di circa 250mila tonnellate annue, di cui 2/3 rifiuti urbani e 1/3 di rifiuti speciali, le stime prevedono che si arrivi all'esaurimento molto prima del 2021.
Quali sono le prospettive? "Partiamo dall'eventuale caduta economica – commenta Ferretti – senza una discarica nelle zone del Valdarno, i rifiuti dovranno essere destinati ad altri impianti al di fuori del territorio, questo significherebbe un aumento consistente dei costi di trasporto; in più, il costo di conferimento per i rifiuti, che qui è tra i più bassi di tutta la Toscana, potrebbe anche raddoppiare visto che altrove si farebbero pagare decisamente di più per smaltire i nostri rifiuti".
Al di là delle cifre, resta il nodo dello smaltimento di enormi quantità di rifiuti. "Il problema gestione non è da sottovalutare – continua Ferretti – questo è uno dei poli produttivi più alti della Toscana per numero di rifiuti, ed ogni anno aumentano del 2-3%. Supponendo la chiusura di Podere Rota assieme alla discarica di Rosignano, senza un inceneritore nella zona, le tonnellate di rifiuti da smaltire diventerebbero ingestibili. Un problema per cui la soluzione non può essere solo la differenziata, che oggi non è ancora sufficiente; né l'irrealizzabile concetto delle discariche a rifiuti zero: anche chiudendo la discarica e le vasche di raccolta, e mantenendo in gestione la parte della trattazione dei rifiuti, resta comunque il dilemma di dove farli pervenire. Per dirla in parole povere: un prodotto destinato alla discarica non può sparire nel nulla, al massimo può subire determinati processi, ma quello che ne verrà fuori sarà sempre un rifiuto da dover sistemare."
Ora che il tempo è agli sgoccioli, la palla passa dunque alle istituzioni competenti, che devono decidere quale direzione prendere nella complessa partita della gestione dei rifiuti. Un tema su cui continuerà il nostro approfondimento, nei prossimi giorni, con interviste ai soggetti coinvolti.