Al Palazzo Pretorio di Figline si tirano le somme del percorso “Il centro che vorrei”, voluto dall’amministrazione comunale per capire quali fossero desideri, richieste, esigenze per il centro storico. “Possibile intervenire a breve, medio e lungo termine”, sottolinea l’Istituto Nazionale Urbanistica, che ha curato il percorso. Mugnai: “Temi chiave sono priorità per cittadini e aziende, dalla viabilità all’illuminazione fino all’accessibilità”
Dall'illuminazione, al sistema della sosta e della viabilità, fino all'aspetto dell'accessibilità per disabili o anche, semplicemente, per chi ha un passeggino. Sono i temi chiave emersi come necessità più 'forti' per il centro storico di Figline, al termine del percorso partecipativo "Il centro che vorrei", promosso dall'amministrazione comunale di Figline e Incisa insieme all'Istituto Nazionale Urbanistica per tracciare il punto e stilare linee guida su cui basare la programmazione politico amministrativa.
"Sul nostro centro storico – ha spiegato Giulia Mugnai, sindaca di Figline e Incisa – esigenze e richieste sono spesso anche molto distanti fra loro. Siamo riusciti però ad individuare un terreno comune di intervento, le priorità appunto su cui c'è bisogno di intervenire". Oltre a temi come viabilità, illuminazione pubblica e accessibilità, un capitolo è dedicato al mercato settimanale: "Pur mantendo la sua collocazione nel centro storico, come elemento fondamentale, è emersa la necessità di rivederne l'organizzazione per migliorarne la fruizione e al tempo stesso garantire un migliore utilizzo di spazi del centro storico".
La programmazione futura dell'amministrazione comunale, dunque, partirà da queste indicazioni raccolte, e che saranno inserite da Inu un unico documento, “Linee guida per il centro storico”, che sarà allegato al nuovo Piano Strutturale del Comune di Figline e Incisa . "Da una parte – ha spiegato la presidente di Inu, Silvia Viviani – abbiamo rilevato come il centro storico non sia soltanto la piazza Marsilio Ficino, ma un insieme allargato di piazze, vicoli, palazzi che compongono il perimetro più ampio del centro culturale, storico e architettonico. Dall'altra parte abbiamo ampliato il discorso a politiche integrate: mobilità, commercio, turismo, residenza e così via".
"Infine – ha concluso Viviani – parlare di centro storico significa non limitarsi soltanto agli investimenti dell'amministrazione pubblica, ma anche di investimenti privati, residenti e imprenditori. C'è una lezione che abbiamo imparato: occorre riconquistare la pazienza e il tempo. Il centro storico, per risanarsi, ha bisogno di azioni a breve termine, ma anche a medio e lungo termine".