Il Club Alpino del Valdarno superiore ha ricordato venerdì sera il suo ex presidente, scomparso due mesi fa. Testimonianze ma anche brani di poesia e canzoni per omaggiare così Mauro Brogi. Scoperta anche una targa commemorativa
Si è tenuta venerdì scorso, nei locali della sede a Montevarchi del Club Alpino Italiano sezione Valdarno Superiore, una serata in ricordo di Mauro Brogi, Presidente del Cai valdarnese fra il 2007 e il 2013, amico di tante escursioni, scomparso due mesi fa. Una breve ma intensa cerimonia a cui hanno preso parte tanti soci ma anche altre persone non appartenenti all’associazione.
Il primo a prendere la parola è stato il Presidente Bindi, che ha tratteggiato i suoi rapporti con Mauro, i legami affettivi e di comune lavoro e, a nome di tutti i soci della Sezione, ha scoperto una targa commemorativa che intitola la sala appunto a Mauro Brogi. Il figlio Giacomo Brogi, a nome di tutta la famiglia, ha ringraziato il Cai dell’attenzione rivolta al padre, ricordando quanto amasse la montagna, la natura, e quanto fosse legato alla loro frequentazione attraverso il Club Alpino.
A ricordarne la figura anche il professor Zanoccoli, che ha ripercorso anche le innumerevoli iniziative in cui Mauro Brogi si è speso per la società valdarnese in generale. Alternando brani di poesie e canti montanari ha condotto gli intervenuti a riflettere sul significato di perdita e di lontananza di una persona cara. Molti interventi, di associazioni e semplici amici si sono succedute, come quello della professoressa Bazzini per la Libera Università del Valdarno o quello della dottoressa Caposciutti a nome dell’AIDO, del dottor Anselmi che ha voluto ricordare l’amico e compagno di lavoro. A conclusione della serata un affettuoso applauso in memoria di Mauro.
Ed ecco come lo ricordano gli amici del Cai:
Mauro non era solo un Presidente pro-tempore. Per la Sezione era anche un socio fondatore. La sua passione per la montagna e per la conoscenza dell’ambiente naturale lo avevano spinto a mettersi a disposizione per promuoverne la frequentazione per il maggior numero di persone possibile. La sua azione è sempre stata improntata alla ricerca del maggior consenso all’interno della compagine sociale, azione svolta anche in altri ambiti sociali e professionali, ed alla realizzazione delle iniziative che i vari soci andavano proponendo. Non aveva attitudine per “l’uomo solo al comando” ma ricercava la condivisione nelle attività e nelle decisioni, spesso ponendosi come il dirigente con maggior lungimiranza e visione strategica. Il successo del sodalizio deve molto a Mauro che spingeva tutti affinchè l’ attività uscisse dall’ambito angusto di “pochi matti per la montagna” e divenisse protagonista anche della valorizzazione del territorio in cui opera, come è davvero avvenuto negli ultimi anni.
Tutti lo voglionon ricordare “felice” come ci apparve quando raggiunse, ormai più che sessantenne, la Capanna Margherita, sulla punta Gnifetti sul Monte Rosa a 4554 metri di altitudine. Fu una sfida che vinse come spesso gli capitava nelle cose in cui metteva tutto se stesso!