La vicenda del pesce congelato venduto per fresco e trattato con il whitech ha avuto conseguenze anche per i supermercati che si rifornivano dall’azienda con sede legale a Montevarchi e in attività dal 1991
Il Nas dei carabinieri di Firenze e la Procura della Repubblica di Arezzo continuano controlli e indagini. Unicoop Firenze e Esselunga che si avvalevano dei prodotti ittici dell'azienda con sede legale a Montevarchi prendono le distanze, si ritengono parte offesa e hanno ritirato il pesce dai banchi della vendita. Non sembra dunque essere conclusa la vicenda dell'Ittica Etruria e del pesce che da congelato ritornava fresco grazie a un prodotto a base di acqua ossigenata e che come tale veniva venduto.
L'Ittica Etruria, operante dal 1991, con sede legale a Montevarchi e una sede per vendita all'ingrosso a Indicatore, ha due amministratori e 13 dipendenti e un valore di produzione passato dai 4.231.578 del 2010 ai 5.374.106 euro.
L'oggetto sociale del 1991, "commercio all'ingrosso e al dettaglio di prodotti ittici vivi, freschi, surgelati e congelati, molluschi e crostacei compresi" fu ampliato nel 2004 nella " lavorazione, trasformazione e conservazione, importazione ed esportazione di prodotti ittici di origine nazionale, comunitaria ed extracomunitaria".
L'Unicoop Firenze, ritenendosi parte lesa, tiene a sottolineare di aver tolto dai banchi dei punti vendita del Valdarno aretino e fiorentino il pesce proveniente dall'azienda e di aver sinora effettuato controlli a campione ottenendo sempre esiti negativi.
Intanto il Nas dei carabinieri e la Procura di Arezzo continuano le indagini anche per appurare se vi sono stati casi di problemi alla salute: il rischio infatti per il consumatore, come ha sottolineato il Procuratore capo Roberto Rossi, è di aver congelato e poi scongelato il prodotto. Sotto la lente anche la frode economica: il pesce infatti da 4 euro veniva venduto a 7 euro e a 18 euro al pubblico.