Il 15 novembre l’atteso incontro in cui si dovrà fare chiarezza sul progetto di integrazione fra il Serristori e la Gruccia. Intanto il gruppo di opposizione a Figline e Incisa torna a chiedere impegni precisi: “Prima occorre anche chiedere il rispetto dei Patti territoriali del 2013”
L'integrazione fra i due ospedali sarà al centro dell'incontro di martedì 15 novembre fra sindaci del Valdarno aretino e fiorentino, Asl Toscana Centro e Asl Toscana Sud Est. Si dovranno capire i dettagli di questo progetto che punta a far collaborare i due presidi sanitari presenti in Valdarno.
Intanto però ad avanzare alcune richieste precise è il Comitato e la lista di opposizione a Figline e Incisa, Salvare il Serristori. "Vogliamo ricordare ai sindaci del Valdarno fiorentino, in particolare alla sindaca di Figline e Incisa, che prima di concordare qualsiasi programma di integrazione, hanno l’obbligo di far rispettare alla Direzione Sanitaria gli accordi sottoscritti ormai tre anni fa e in gran parte ancora disattesi".
"In questi tre anni l’Azienda sanitaria non solo non ha rispettato i Patti, ma ha progressivamente depotenziato il Serristori chiudendo il reparto di chirurgia 4 giorni su 7 (con l'introduzione della week surgery), chiudendo la farmacia ospedaliera, sopprimendo la guardia chirurgica notturna, riducendo il Pronto Soccorso a semplice ambulatorio non più in grado di curare le urgenze, mentre nelle nuove sale operatorie non si eseguono più interventi di chirurgia generale e specialistica ma operazioni in serie di chirurgia programmata, spesso su pazienti provenienti da altre strutture, nelle quali vengono riportati subito dopo l’intervento".
Comitato e lista ricordano anche i problemi della Gruccia: "Anche qui negli ultimi tempi sono stati soppressi o depotenziati vari reparti, come anatomia patologica, urologia, ginecologia, centro diurno del Sert e così via, con consistenti riduzione di posti letto e di personale medico e infermieristico. Il depotenziamento dei Presidi ospedalieri del valdarno non è casuale ma rientra in una strategia regionale che è stata formalizzata con la nuova legge di riorganizzazione della sanità regionale (l.r. 84/2015) voluta da Rossi, che prevede un forte accentramento del potere politico-amministrativo e dei servizi sanitari più qualificati, sempre più concentrati in lontane mega strutture pubbliche o in cliniche private convenzionate, mentre i piccoli ospedali periferici sono declassati a strutture satellitari di supporto".
I responsabili di 'Salvare il Serristori' ricordano l'ipotesi, poi naufragata, del Distretto Unico del Valdarno Superiore: "Occasione sprecata, e così oggi si sta cercando di salvare il salvabile con soluzioni abborracciate, che rischiano di distruggere definitivamente ambedue gli ospedali. I sindaci del Valdarno, in quanto responsabili della tutela e salvaguardia della salute dei loro cittadini, devono opporsi decisamente a questa strategia suicida della sanità Toscana e pretendere dalle due Asl e dalla Regione che qualsiasi tipo di integrazione o razionalizzazione futura fra i due ospedali del Valdarno garantisca la presenza sul territorio di strutture di 1° livello, in grado di assicurare un servizio sanitario autonomo, sicuro ed efficiente".
"In ogni caso – concludono Comitato e lista – qualsiasi decisione al riguardo non può essere presa unilateralmente dalle Aziende Sanitarie, ma deve essere preventivamente concordata con gli enti locali e condivisa dai cittadini valdarnesi. Qualora vengano prese decisioni che penalizzino ulteriormente il nostro Presidio sanitario, Il Comitato Salvare il Serristori si farà promotore di iniziative popolari, chiamando ancora una volta i cittadini del Valdarno a schierarsi in difesa del loro ospedale".