08, Luglio, 2024

Inchiesta sulla gara Ato dei rifiuti, il M5S della Toscana: “Avevamo ragione noi”

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I rappresentanti del Movimento 5 Stelle in Regione Toscana commentano così l’arresto di ieri del Direttore Generale di Ato Toscana Sud e l’inchiesta che avrebbe messo in luce una gara truccata. “Lo sosteniamo dal 2014”

"Avevamo ragione noi, tutto scritto nella denuncia pubblica dei nostri gruppi locali datata 2014, e come sempre sono i cittadini ad aver pagato il prezzo più alto di un sistema di gestione fallimentare, pensato dalla Regione e a quanto pare terreno fertile per attività illecite". Il Movimento 5 Stelle della Regione Toscana attacca duramente il sistema dei rifiuti, dopo le notizie di ieri sull'arresto del direttore di Ato Toscana Sud, e le indagini che avrebbero portato alla luce una gara truccata per l'affidamento all'associazione temporanea di imprese poi diventata Sei Toscana.

"ATO Toscana Sud era il primo ambito sperimentale del modello PD di gestione dei rifiuti per macro ATO e questi sono i risultati. Il sistema che Rossi insiste per esportare negli altri due ATO, Centro e Costa, è inefficiente, inefficace e humus di illegalità diffuse. Si fermino", chiede il gruppo M5S in Regione. "Basta con i Comuni azionisti del gestore della raccolta, proprietari degli impianti di conferimento e soci del soggetto “terzo” che dovrebbe vigilare: l’ATO. È un corto circuito inefficiente, al pari del socio privato, da sempre portatore in Toscana di aumenti del costo del servizio e conflitti di interesse pagati dai cittadini. Sei Toscana è oggi al 26,8% di S.T.A. spa, primo socio privato, che ha quote azionarie anche di chi gestisce gli impianti e fa capo a Banca Etruria".

"Abbiamo pronta la nostra proposta sull’Economia circolare che, se accettata dal Consiglio Regionale, renderebbe tutto questo solo un passato da dimenticare. Un passato – conclude M5S – che oggi grazie al PD è presente e vorrebbero anche futuro, sul quale speriamo le Procure continuino comunque ad indagare. Magari quando governeremo noi avremo così gli strumenti per chiedere istituzionalmente, a chi ha provocato questi danni ai cittadini, l’opportuno risarcimento”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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