“Oltre ogni aspettativa, è un premio a chi ci ha sempre creduto e da anni ha lavorato per questi risultati”. Il presidente Adriano Nibi racconta il sorprendente sbarco nella massima categoria regionale. Ora subito un grosso ostacolo da superare, quello del campo: “Le istituzioni stavolta ci ascoltino”
La data di ieri è già consegnata alla storia: il 27 aprile 2014 verrà ricordato come il giorno più bello per lo sport di San Giustino, la frazione di Loro Ciuffenna arroccata lungo la Setteponti, 1.600 abitanti, che dalla prossima stagione schiererà la sua squadra di calcio in Eccellenza, la massima categoria regionale, pronta a battersi con realtà demografiche dieci e più volte superiori.
Ci vorrà del tempo per smaltire l’euforia del 2-1 grazie al quale i biancoverdi di Certini hanno superato il Grassina nello spareggio per il primo posto nel girone B di Promozione. La vittoria del campionato sfuggita di un soffio nell’ultima giornata poteva essere il rimpianto più grande. Ieri invece la Sangiustinese ha giocato e vinto da grande squadra, la stessa squadra costante e compatta che ha dimostrato di essere nel corso dell’intera stagione a suon di risultati (una sola sconfitta nel girone di ritorno).
“Siamo partiti a settembre con l’obiettivo di disputare un campionato tranquillo, consapevoli di poter far bene. È finita oltre ogni aspettativa”, commenta un raggiante Adriano Nibi, presidente del club. “A dicembre, dopo il girone di andata, ci eravamo già accorti di avere tutte le carte in regola per provarci”. Mica poco per una squadra che aveva cambiato tutto o quasi durante l’estate. “Solo quattro giocatori erano rimasti dalla stagione precedente. Gli altri erano tutti nuovi, allenatore compreso. Ma il mix funzionava e abbiamo deciso di provarci”.
Quando Nibi e il suo gruppo dirigente presero in mano la società, la Sangiustinese faticava in Terza categoria. Negli ultimi sei anni ha centrato il doppio salto di categoria, poi tre anni tra alti e bassi in Promozione fino alla vittoria di questa stagione. E in paese è diventata una mania: mezza San Giustino ieri era a Rignano a far festa. “Bambini con le loro famiglie, ragazzi, compagne ed amici, anziani. A fine partita un nostro tifoso di 84 anni è sceso ad abbracciarmi in mezzo al campo. Questa vittoria la dedichiamo a loro, a tutta San Giustino e a quelli che ci hanno seguito ogni domenica in casa e fuori, a chi ogni settimana ha dato una mano senza distinzione di ruoli, dal custode al presidente. È un premio al nostro lavoro, al nostro affiatamento”.
A guardare verso l’Eccellenza, la prima cosa che si vede è però un grosso nodo da sciogliere: quello del campo. L’impianto di San Giustino è poco più di un campo sportivo, ben mantenuto dai volontari della società ma molto modesto rispetto agli stadi che si vedono il massimo campionato regionale. Il terreno di gioco ha già l’omologazione per la categoria ma le strutture avrebbero bisogno di diverse migliorie.
E chi dovrebbe aiutare le società fino ad oggi ha fatto orecchie da mercante: “In 12 anni – continua Nibi – l’amministrazione comunale non si è accorta della nostra realtà. I progetti che abbiamo presentato sono stati sempre scartati e oggi siamo arrivati al dunque: non so come far giocare la mia squadra nel suo paese. Il campo è regolare per l’Eccellenza, ma i 120 posti a sedere dell’impianto sono davvero pochi se penso alle tifoserie che stanno per arrivare. I servizi non sono all’altezza, non abbiamo ingressi separati per dividere i supporters. Vogliamo sempre garantire la sicurezza e il divertimento dei tifosi ospiti e di quelli di casa, ma in queste condizioni non riusciremo a farlo. Così come non vogliamo ancora pensare a un’alternativa a San Giustino: sarebbe troppo doloroso, oltre che dispendioso, “traslocare” su un altro campo. Siamo pronti a rimboccarci le maniche, una soluzione andrà trovata”.