In una intervista a Valdarnopost, la dottoressa Rotundo della Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo, entra nel merito della battaglia portata avanti per riavere l’Incoronazione della Vergine a Montevarchi: “Legittime le richieste, la decisione però sarà del Ministero”
La petizione lanciata da Luca Canonici ha già superato quota mille firme, e ancora non si ferma. Montevarchi reclama il 'suo' Botticelli, la grande pala dedicata all'Incoronazione della Vergine che, realizzata per la Chiesa di Sant'Andrea in Cennano, fu poi portata via durante le soppressioni napoleoniche e finì a Firenze dove, dopo essere rimasta per oltre cento anni nei magazzini di Villa La Quiete, ora è tornata in esposizione in seguito al recente clamore mediatico.
La decisione finale spetterà con tutta probabilità al Ministero dei Beni culturali, a cui è già arrivata una richiesta precisa. Intanto, però, la dottoressa Felicia Rotundo, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, in una intervista a Valdarnopost ha espresso il proprio parere sulla vicenda.
"Dal punto di vista della contestualizzazione sarebbe giusto che l'opera tornasse a Montevarchi – ha detto – ritornerebbe così, infatti, nella sede originaria, quella per cui fu eseguita. Certo, a Firenze sta già da due secoli, e le due cose creano una certa conflittualità. Però io mi auguro che possa davvero ritornare a Montevarchi, sarebbe un risultato notevole".