01, Luglio, 2024

25 aprile: celebrazioni per la Liberazione d’Italia in tutto il Valdarno

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Oltre a San Giovanni e Cavriglia che hanno festeggiato il 25 aprile giovedì scorso, tutti gli altri hanno organizzato iniziative e manifestazioni su tutto il territorio

Anche il Valdarno, aretino e fiorentino, ha celebrato i 71 anni della Liberazione d'Italia. San Giovanni e Cavriglia hanno ricordato giovedì scorso. Tante le manifestazioni e le iniziative in tutti gli altri comuni.

Suggestiva la cerimonia che si è svolta sul Monte Secchieta coperto dalla neve. Alle 9.00 è stata deposta la corona al Cippo dei Partigiani, con l'accompagnamento musicale dell'Ensemble di ottoni della Filarmonica "Giuseppe Verdi" – Associazione Musicale Giovanni da Cascia".

Le celebrazioni si sono poi spostate a Reggello dove il sindaco, tra le altre cose, ha consegnato una onorificenza a un partigiano.

Manifestazioni anche a Rignano dove il sindaco Daniele Lorenzini ha posizionato una corona anche sotto le targhe commemorative della Memoria sul Palazzo Comunale insieme al partigiano Ottavio Valgimigli.

A Figline la celebrazione è iniziata alle 9.00 con le deposizioni di corone in piazza Bianchi, piazza Averani e in via Sarri, davanti al monumento L’Albero dell’Universo. Sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco Giulia Mugnai, il presidente del consiglio Cristina Simoni e il presidente dell’Anpi, Cristoforo Ciracì. 

Alle 10 le celebrazioni si sono spostate a Incisa con il concerto dal titolo “Bella Ciao”, che ha visto esibirsi le associazioni “Shumann” di Figline e “Arci” di Incisa, con la direzione del maestro Franco Berti, e la corale “Alessandri”, diretta dal maestro Paolo Mugnai. In chiusura della mattinata è stata poi deposta una corona di fiori davanti al cippo dedicato a Salvo d’Acquisto.

“Oggi celebriamo i nostri valori più importanti – ha detto la sindaca Mugnai – in un’epoca difficile in cui sembriamo divisi da muri invisibili, in cui prevalgono lo scontro tra popoli e tra generazioni. Credo quindi sia molto importante utilizzare tutte le nostre energie per resistere a tutto questo, per abbattere la diffidenza e sperare in un’Europa che, forte della sua memoria, torni ad essere unita e solidale. Per questo il Comune di Figline e Incisa ha deciso di coinvolgere i giovani studenti in un percorso storico che ha l’obiettivo di creare dentro ciascuno di loro un piccolo serbatoio di memoria collettiva, affinché la Festa di Liberazione non sia solo il 25 aprile ma ogni giorno”.

Anche in Valdarno aretino tante sono state le manifestazioni, oltre a quelle tenutesi a San Giovanni e Cavriglia il 20 aprile scorso. 

A Terranuova l’amministrazione comunale, i cittadini, le Forze dell’ordine e le rappresentanze sociali, si sono ritrovati in piazza della Repubblica: il corteo ha raggiunto piazza Liberazione per la deposizione della corona d'alloro. Qui si è tenuta la Preghiera in suffragio dei Caduti partigiani officiata da don Adalberto Tarasiuk ed è intervenuto il Sindaco Sergio Chienni. Il corteo poi ha proseguito fino a piazza dell’Unità Italiana con la deposizione di una corona di alloro al monumento ai Caduti di tutte le guerre.

Il sindaco Sergio Chienni: "Un momento per ricordare sia chi ha dato la propria vita per consegnarci un paese libero, sia tutti coloro che dopo quella data si sono impegnati nella ricostruzione morale e materiale dell'Italia". 

A Pergine, il sindaco Simona Neri: "Come ogni anno, ricordiamo insieme, con questa cerimonia, un giorno fondamentale per la storia della nostra Repubblica: il 25 aprile 1945. Mi preme quest’oggi riflettere anche sull’anniversario di un’altra importantissima conquista, la conquista dei diritti politici. Il 10 marzo 1946 fu la prima occasione di voto alle donne. Allo stesso tempo, vennero elette, nei consigli comunali, circa duemila candidate. Molte di più furono le donne che parteciparono alla lotta di liberazione nel ruolo di appoggio assistenziale alla Resistenza. Furono staffette, portaordini, infermiere, dottoresse, vivandiere, sarte. Si presero cura dei feriti della guerra, procurarono cibo e vestiti, trovarono rifugi sicuri nelle case. La funzione delle donne è stata meno appariscente ma non meno essenziale, le donne furono la resistenza dei resistenti, riscattandosi dal ruolo subalterno a cui il regime le aveva relegate, dando vita a Gruppi di Difesa senza discriminazione sociale e politica".

 

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