A Cavriglia, nel cuore del Valdarno aretino, è uscito un libro che non è solo la storia di una famiglia, ma il ritratto fedele di un intero territorio. Il volume, intitolato “Una storia toscana. Epistolario e memorie della famiglia Fineschi – Cavriglia 1880-2017“, scritto da Antonella Fineschi con l’introduzione del professor Giorgio Sacchetti e pubblicato dalla casa editrice Aska, rappresenta un prezioso contributo alla conservazione della memoria storica locale. Il Comune di Cavriglia ha patrocinato la pubblicazione, riconoscendo nell’opera un valore culturale e identitario che travalica l’ambito familiare e si estende all’intera comunità.
Il libro si sviluppa attraverso un ricco epistolario, fotografie d’epoca, testimonianze dirette e riflessioni intime che coprono un arco temporale di quasi 140 anni. Una narrazione corale che prende avvio nel 1880, anno simbolico scelto dall’autrice perché segnò il trasferimento di Giuseppe Fineschi, capostipite della famiglia, da Asciano a Cavriglia. Quell’anno rappresenta una svolta per la famiglia, attratta dalle opportunità lavorative offerte dall’attività estrattiva del bacino minerario di Castelnuovo dei Sabbioni. È da lì che prende corpo una vicenda familiare fortemente intrecciata con la vita sociale, economica e politica di Cavriglia.
Giuseppe Fineschi non fu soltanto un imprenditore minerario, ma anche sindaco del paese e figura di riferimento nella vita associativa e cooperativa del territorio. Fu, tra l’altro, tra i fondatori della cooperativa di consumo dei minatori, un esperimento precoce di mutualismo che ben rappresenta lo spirito di solidarietà e innovazione che ha animato molte delle iniziative locali di fine Ottocento. Da lui si dipanano le storie dei suoi discendenti, molti dei quali ricoprirono ruoli di rilievo nella vita pubblica, culturale e professionale del paese.
Il libro restituisce al lettore figure come quella di Gianfranco Fineschi, ortopedico di fama internazionale, medico personale di diversi pontefici e soprattutto creatore del Roseto Botanico di Cavriglia, oggi considerato uno dei più importanti del mondo per varietà e rarità delle specie ospitate. Il Roseto, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del territorio cavrigliese, è testimonianza tangibile della passione, della competenza e della visione lungimirante di un uomo che ha saputo coniugare scienza, natura e bellezza.
Ma la voce più intensa e toccante del volume è forse quella di Maria Paola Fineschi, ultima discendente diretta di quel nucleo familiare originario. Scomparsa nel 2017, Maria Paola ha lasciato un ricchissimo corpus di memorie scritte che l’autrice ha sapientemente raccolto e valorizzato. I suoi scritti offrono uno sguardo personale ma nitido sugli avvenimenti del Novecento, dalla seconda guerra mondiale alla trasformazione del tessuto sociale del dopoguerra, fino ai cambiamenti più recenti della vita di paese. Le sue parole non sono solo ricordi privati, ma riflessioni su un mondo che cambia, sulle perdite, sulla resilienza, sull’importanza delle relazioni e della trasmissione della memoria.
Il professor Giorgio Sacchetti, docente di storia contemporanea, nell’introduzione al volume mette in luce l’importanza di questi materiali come fonti storiche, non solo per il loro contenuto documentario, ma anche per la qualità umana e culturale che li attraversa. Si tratta infatti di una memoria “viva”, che restituisce il tessuto delle relazioni, delle emozioni, delle scelte quotidiane che costituiscono la sostanza della storia di una comunità.
”Questo libro nasce da un’esigenza familiare, ma si è trasformato in qualcosa di molto più grande: una memoria collettiva. È un mosaico di storie che attraversa le guerre mondiali, la mezzadria, la politica locale e la cultura musicale. Un patrimonio di tutti”, ha dichiarato Filippo Boni, vicesindaco di Cavriglia:“Come amministrazione comunale, abbiamo sostenuto con convinzione questa pubblicazione e vogliamo incoraggiare anche altre famiglie a riscoprire e condividere i propri archivi. Solo così possiamo ritrovare, insieme, le nostre radici.”
“Non è solo la storia della mia famiglia, è la storia di un’intera comunità. Giuseppe Fineschi fu sindaco, imprenditore e fondatore della cooperativa dei minatori. Molti di noi hanno diretto bande musicali, composto marce, contribuito alla vita sociale e culturale del territorio. Questo libro racconta tutto questo, con uno sguardo che va dall’individuale al collettivo”, ha spiegato l’autrice Antonella Fineschi.