È stata approvata con 13 voti a favore e 2 contrari la mozione presentata ieri dai gruppi di maggioranza a Figline e Incisa sulla questione dello Ius Scholae. Il testo, illustrato in aula dalla consigliera Elisabetta Bargilli, è stato proposto insieme da PD, PSI, M5S e Lista Pianigiani. Spiegano i promotori: “È un atto simbolico ma di forte impegno politico che chiede al Parlamento e al Governo di riconoscere la cittadinanza a chi cresce, studia e vive nel nostro territorio. Dopo l’incontro avuto con la Comunità Islamica sul tema, siamo ancora più convinti che non si possa attendere oltre. Che minimizzare il tema della cittadinanza per i ragazzi stranieri, relegarlo a temi di minore importanza per l’agenda del Governo sia strumentale a nascondere la spaccatura presente sul tema dei diritti civili nella coalizione del centrodestra che guida il Paese”.
“Insieme a tanti Comuni della Toscana, anche quello di Figline e Incisa, si prende un impegno importante nei confronti dei minori stranieri che vivono e studiano da almeno 5 anni nel nostro territorio e che sono in attesa della cittadinanza per poter avere gli stessi diritti dei propri compagni italiani. La mancanza della cittadinanza italiana produce effetti negativi discriminanti sulla loro quotidianità scolastica: ad esempio non possono partecipare a competizioni sportive, gite o soggiorni educativi all’estero. Per questi ragazzi Figline e Incisa è la loro città, per la maggioranza consiliare occorre fare un passo di civiltà, inclusione e equità affinché si possano sentire pienamente parte della comunità dove vivono”, continua la nota dei gruppi di maggioranza.
Nel dettaglio, il testo della mozione invita il Sindaco e la Giunta ad attivare azioni di inclusione sociale per il riconoscimento simbolico della “Cittadinanza Civica del Comune di Figline e Incisa Valdarno”. Tale riconoscimento è rivolto a minori stranieri residenti nel Comune, che abbiano compiuto il 16° anno d’età, che siano nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti o nati all’estero, e che abbiano frequentato almeno cinque anni di scuola, cioè, abbiano completato uno o più cicli scolastici nel sistema d’istruzione e formazione nazionale.
La mozione inoltre impegna “ad istituire una cerimonia speciale nel giorno 20 novembre di ogni anno (data in cui la Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è stata adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel 1989), che abbia come obiettivo quello di promuovere la riflessione su cosa significhi essere cittadino oggi in Italia in una realtà multiculturale; a realizzare un percorso di consapevolezza sociale e civica rivolto a tutti i minori stranieri residenti nel Comune e ai loro genitori, con l’obiettivo di diffondere tutte le informazioni utili al conseguimento della cittadinanza italiana al raggiungimento dei 18 anni di età per coloro che ne hanno diritto; a sollecitare il Parlamento ad approvare quanto prima una nuova legge sulla cittadinanza italiana, che riconosca pieni diritti alle figlie ed ai figli degli immigrati, nati o cresciuti in Italia, e agli stranieri che vivono stabilmente in Italia. Una misura simbolica che mira a chiedere la riforma della legge per la concessione della cittadinanza italiana, tema che deve essere presente nell’agenda di ogni Paese democratico che possa ritenersi civile”.