Centro Servizi Ambiente Impianti S.p.A., la società che gestisce la discarica di Podere Rota, ha annunciato di essere stata completamente esonerata da ogni responsabilità relativa alla presenza di sostanze inquinanti nella falda sottostante e nei terreni limitrofi al sito di Podere Rota. In una conferenza stampa il presidente Andrea Fratini, l’Amministratore delegato Andrea Buzzichelli e il responsabile tecnico Luca Zipoli hanno ripercorso le tappe di questa vicenda, che tra l’altro è distinta in due diversi procedimenti.
Il primo riguardava il superamento dei limiti dei solfati rilevati intorno alla discarica nel 2020: “La Conferenza dei servizi attivata dalla Regione Toscana nel 2022, dopo quasi due anni di indagini ambientali e numerose udienze, ha confermato che il quadro ambientale della discarica di Casa Rota non presenta alcuna anomalia”, hanno spiegato i rappresentanti della società. Nessuna responsabilità insomma da parte di CSAI, perché il procedimento ha dimostrato che la presenza di sostanze come i solfati, appunto, è in realtà conforme ai limiti di legge previsti per il Valdarno, un’area caratterizzata da una naturale presenza di solfati superiore rispetto ad altre zone.
Nell’altro procedimento, tutt’ora in corso, invece, i superamenti dei limiti di legge per cromo e cromo VI rilevati lungo la Strada Provinciale 7 di Piantravigne sono stati imputati alla contaminazione delle terre di riporto utilizzate per la realizzazione della variante della nuova strada di Piantravigne ed è stato chiarito che non esiste alcuna correlazione con la gestione dell’impianto di Podere Rota. Tanto che la società ha annunciato di essersi costituita parte civile nel processo in corso presso il Tribunale di Firenze in ordine all’inquinamento da KEU. “CSAI risulta essere addirittura parte danneggiata ed offesa ed ha quindi immediatamente depositato e ottenuto la costituzione di parte civile”, ha detto in conferenza Marco Buzzichelli. “Di fronte a tutto questo, mi aspetterei delle scuse che so già non arriveranno. È stata una vicenda lunga, onerosa e penalizzante per la società, ma il nostro operato era trasparente. Per questo abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di verificare anche eventuali denunce per diffamazione e calunnia nei confronti di chi, in questi anni, ha sostenuto che le colpe e le responsabilità fossero di questa società”.
Andrea Fratini, presidente di CSAI: “La Conferenza dei servizi ha dimostrato in maniera innegabile che le accuse fatte a questa società negli ultimi quattro anni riguardo all’inquinamento ambientale della zona di Podere Rota non sono da addebitarsi a CSAI e a chi ci lavora, ma le cause sono altri soggetti. CSAI è completamente estranea, anzi: rimarrà come parte lesa e in futuro si avvarrà di tutto quello che potrà per cercare di recuperare il danno di immagine e tutti i costi sostenuti. Per questo ci siamo costituiti parte civile al procedimento in corso presso il Tribunale di Firenze sul KEU, siamo infatti proprietari incolpevoli al pari degli altri enti, il Comune di San Giovanni, il Comune di Terranuova e la Provincia di Arezzo, dei terreni toccati dall’inquinamento”.
Luca Zipoli, responsabile tecnico, ha precisato: “Il primo procedimento, aperto nel 2020, riguardava dei superamenti di concentrazioni di sostanze nelle acque sotterranee; nel giugno 2021 invece i superamenti relativi al cromo e cromo esavalente rilevati da CSAI nell’ambito del piano di sorveglianza e controllo. I due procedimenti si sono intersecati, finché nel 2024 si è chiuso il primo, evidenziando l’assenza di necessità di interventi di bonifica. L’altro invece continua ma è esclusa la responsabilità della società, visto che è acclarato che quei contaminanti derivano dagli inerti usati come fondo per la realizzazione della strada. CSAI non è responsabile, e farà la sua parte continuando con le misure di prevenzione per garantire la sicurezza del proprio sito e delle aree vicine”.
“Fin dall’inizio – hanno aggiunto i vertici dell’azienda – CSAI ha affrontato la situazione con il massimo senso di responsabilità, adottando tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza del proprio sito e dell’ambiente circostante. Da diversi mesi, infatti, sono stati realizzati interventi puntuali ed efficaci, come la copertura delle aree interessate con teli impermeabilizzanti, per impedire alle sostanze di raggiungere le falde acquifere e diffondersi nel terreno. Adesso che il piano di caratterizzazione, le analisi e gli approfondimenti richiesti dalla Conferenza dei servizi sono conclusi, si pone definitivamente fine a questa vicenda”.
Nel corso della conferenza stampa, l’AD Buzzichelli ha anche annunciato quali saranno i prossimi impegni di CSAI per il sito della discarica: “Il sito come sapete è chiuso, e noi seguiremo un piano trentennale di gestione post mortem. Ma abbiamo pronti anche una serie di investimenti, da oltre 21 milioni di euro: il primo, da 7 milioni e mezzo di euro, riguarda la copertura e sigillatura definitiva della sommità della discarica, per cui avvieremo a breve le procedure. Ma abbiamo programmato di investire qui per creare un polo dedicato alla transizione ecologica: a Podere Rota sarà realizzato un impianto per il biometano, che permetterà di immettere in rete il corrispondente del fabbisogno di circa 4mila famiglie; un depuratore per il percolato, che invece oggi viene inviato fuori regione; un impianto per la produzione di energia pulita grazie ai pannelli solari”.