Sulla scia della segnalazione di un cittadino abbiamo approfondito il cambiamento in atto nel servizio dell’automedica in Valdarno aretino.
“In tutto il Valdarno Aretino il servizio di automedica con medico H24 dedicato all’emergenza territoriale (118) è stato quasi completamente abolito, nel silenzio totale – scrive il nostro lettore – Attualmente tutte le notti e buona parte dei giorni festivi è stato sostituito da un secondo infermiere che occupa il posto del medico sull’automedica.
Apparentemente tutto uguale quando si vede sfrecciare il mezzo, ma profondamente diverso nelle competenze. La presenza del medico in un territorio come quello del Valdarno Aretino è fondamentale. Solo il medico è in grado di mettere in atto determinate procedure salva vita, di fare diagnosi e decidere tempestivamente cosa fare e dove trasportare il paziente critico”.
Un cambiamento che, invece, dalla Asl Toscana sud est viene definito culturale.
Da circa un anno, durante la notte o nei giorni festivi, a bordo del mezzo di soccorso non c’è più il medico ma due infermieri specializzati e in grado di gestire le emergenze e intervenire di conseguenza. Il medico, invece, è presente nall’automedica durante il giorno.
“Il motivo di questo cambiamento – afferma il Dr. Simone Nocentini, direttore della Centrale di Emergenza Sanitaria di Arezzo – è da rintracciare da una parte nella carenza di personale medico di emergenza urgenza, ormai cronica a livello nazionale, e dall’altra in una mutazione culturale che ha permesso al personale infermieristico 118 di acquisire competenze tali da permettere di operare in autonomia nel contesto del sistema 118. Queste circostanze hanno posto le condizioni per poter realizzare negli anni a venire un cambiamento che porterà il ruolo dell’infermiere al centro del sistema di emergenza preospedaliera, un sistema in perfetto collegamento con la Centrale Operativa e con la rete dei Pronto Soccorso, strutture in cui la figura medica è essenziale nella gestione dei percorsi clinici del paziente acuto. In Valdarno, come ad Arezzo, questo cambiamento sta avvenendo da circa un anno ed i dati al momento disponibili non mostrano incremento della mortalità o criticità organizzative rilevanti”.