29, Dicembre, 2024

Addio a Emilio Polverini, memoria storica di Cavriglia e del Valdarno

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E’ morto all’età di 91 anni Emilio Polverini, memoria storica del territorio di Cavriglia e del Valdarno. “Una delle ultime memorie storiche degli eccidi nazifascisti del 4 luglio 1944 e della storia del ‘900 del territorio di Cavriglia e del Valdarno”, commenta la notizia il sindaco Leonardo Degl’Innocenti o Sanni sulla sua pagina facebook.

“Voce autorevole e anche talvolta controvento, audace e testardo, sensibile e generoso, schivo e mai banale. Emilio, che aveva perso la moglie Valeria alcuni anni fa, lascia due figli, Giovanna e Giuseppe e tre nipoti. Il figlio Giuseppe, peraltro, porta il nome del nonno deceduto proprio nell’efferato eccidio del 1944”.

Il sindaco di Cavriglia ricorda la vita di Emilio Polverini: “Dopo una vita di lavoro, svolta fra l’azienda Mev e Enel S.p.A, Emilio non ha mai smesso di dedicarsi alla raccolta di memorie della nostra comunità, soprattutto relative alla ricostruzione del contesto storico dell’eccidio, continuando a studiare ed a consegnarci frammenti preziosi della storia di questo nostro meraviglioso territorio per tutta la vita. Tra i tanti scritti che ci ha lasciato ricordiamo soprattutto il suo libro “Perché la memoria non si cancelli”, scritto con Dante Priore nel 1994. Gran parte del suo straordinario archivio storico era stato donato negli ultimi anni al Museo Mine e nel futuro sarà una fonte unica di arricchimento per tutta la comunità”.

“Nel 2014 la nostra amministrazione lo aveva onorato con la benemerenza civica di Cittadino dell’anno. Anche durante l’ultima celebrazione della ricorrenza del 4 luglio per l’ottantesimo anniversario era con noi, a Castelnuovo, ed aveva scritto un bellissimo testo letto dalla figlia e dal nipote. C’è stato un momento, nella vita di Emilio, che aveva stravolto tutto e che avrebbe cambiato inesorabilmente il corso della sua esistenza. Il giorno dopo il massacro, sua nonna, donna forte e coraggiosa, lo prese per mano e dalla montagna lo accompagnò a piedi fino alla piazza della strage. Lì, di fronte alla montagna di morti bruciati tra cui c’era anche suo padre, lo guardò e gli disse: “Tu sei il figlio maggiore: tu devi vedere, perché tu devi ricordare”. Questa frase non avrebbe cambiato solo il corso della vita di Emilio, ma avrebbe arricchito incredibilmente di memorie uniche e preziose da lui in seguito raccolte, tutta la nostra comunità. Addio Emilio, come amministrazione comunale ci sentiamo di farti una promessa: non sarai mai dimenticato.
La terra, questa terra che ti è debitrice, ti sia lieve”.

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