“Non azzerate i conteggi degli sforamenti al 31 dicembre”, è stato l’appello del direttore generale di ARPAT, Maria Sargentini: un appello ripreso anche dal Governatore della Toscana, Enrico Rossi. Il Valdarno resta fra le zone potenzialmente più inquinate
Sulle polveri sottili, e lo sforamento dei limiti, ora anche la Regione rilancia la proposta di Arpat: evitare l'azzeramento a fine anno del conteggio dei superamenti per il PM10, da cui dipendono le azioni di contenimento dell'inquinamento atmosferico. La norma europea ed italiana prevede infatti che il conteggio dei superamenti del limite giornaliero del PM10 sia considerato sulla base dell'anno solare, spiega Arpat: "Quindi al 31 dicembre la situazione formalmente si azzererebbe, ma ciò alla luce della situazione di emergenza in corso, appare contrario al buon senso, ed alla salvaguardia della salute dei cittadini".
Per questo il direttore generale dell'Agenzia, Maria Sargentini, aveva lanciato un appello affinché il conteggio fosse effettuato per tali finalità sulla base degli ultimi 12 mesi e non dell'anno solare. In questo modo, tutta la stagione autunno-invernale (settembre-aprile), in cui si manifestano maggiori livelli di inquinamento atmosferico, sarebbe considerata in modo unitario e non ci sarebbe alcun azzeramento formale con l'inizio del nuovo anno.
Tutto questo in una situazione di transizione, visto che entreranno in vigore a gennaio le nuove norme regionali, con la ridefinizione delle aree omogenee e l'estensione del numero di comuni che devono adottare interventi per contrastare l'inquinamento atmosferico. Cambiamenti che prevedono anche l'estensione della rete di rilevamento, che finalmente dovrebbe riportare una centralina Arpat anche in Valdarno.
In considerazione di tutto ciò, dalla Regione è partita una lettera rivolta ai sindaci dei Comuni dove i limiti di Pm10 sono stati sforati oltre 35 volte: non ci sono comuni valdarnesi nell'elenco, perché il Valdarno ricade nell'area misurata dalla centralina di Arezzo Acropoli, che è ferma a 17 sforamenti dall'inizio dell'anno. Di questi, però, ben 13 sono stati registrati nell'ultimo mese: e il Valdarno, secondo dati storici, dovrebbe essere in condizioni peggiori rispetto a quanto misurato da questa centralina.
"Le pubbliche amministrazioni devono in primo luogo assicurare la salute dei cittadini – ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi – per questo ritengo necessario far prevalere su tutto il buon senso ed il principio pedagogico di precauzione. Dobbiamo agire subito dove la situazione è già critica, ma anche prepararci ad affrontarla dove si va creando. È dovere dei sindaci e della Regione predisporre gli interventi di mitigazione in tutte le aree a ridosso dei 15 sforamenti per evitare ulteriori richiami e simultaneamente adottare provvedimenti tempestivi nelle aree dove i 15 sforamenti sono stati superati, al fine di evitare la soglia limite dei 35 sforamenti".
Dunque si guarda con attenzione anche all'area del Valdarno, sia aretino che fiorentino. "Non possiamo accontentarci di una media in cui siamo un gradino sotto 15. È inammissibile, per il buon senso, che non si tenga conto della serialità e della continuità del processo di rilevamento costante operato dalle centraline, quand'anche la normativa permette il riconteggio col nuovo anno. Piuttosto, dobbiamo tenere conto della situazione effettiva e predisporre gli interventi per la riduzione delle emissioni previsti dai singoli Piani di azione comunali".
"Se il bel tempo continuerà – ha aggiunto Rossi – possiamo aspettarci che il numero degli sforamenti consecutivi dei limiti di Pm10 vada ulteriormente a crescere, per questo ho deciso di rafforzare l'azione di coordinamento esercitata dalla Regione su questo fronte. Dobbiamo prepararci ad affrontare l'emergenza, attivando quanto già programmato in questi casi, ma anche valutando nuove azioni, più mirate a seconda delle aree interessate".
Su indicazione del presidente Rossi è inoltre partita una seconda lettera, indirizzata ai primi cittadini dell'area fiorentina, per ricordare loro che anche l'area della Città metropolitana si sta avvicinando alla soglia dei 15 sforamenti e che anche per i Comuni limitrofi a Firenze è prudente prepararsi all'attivazione dei Pac.
Il limite massimo per la presenza di pm10 nell'aria è fissato a 50 microgrammi/metro cubo al giorno dalla normativa europea ed italiana. Se questo limite viene sforato più di 15 volte consecutivamente o quasi, scatta un richiamo verso l'amministrazione comunale competente e vengono attivate le prime iniziative previste dai Pac. Con il crescere del numero degli sforamenti cresce anche l'urgenza e l'importanza degli interventi di contenimento, che diventano obbligatori oltre il limite di 35 sforamenti fissato dalla norma nazionale.