Cgil, Cisl e Rsu firmano un documento congiunto all’indomani dell’incontro in Regione. Lo stabilimento reggellese dà lavoro a oltre 300 persone: “Tutti i lavoratori, da anni, chiedono maggiore trasparenza alla direzione aziendale sulle sorti del sito produttivo”
C'è preoccupazione fra gli oltre trecento lavoratori dell'Istituto De Angeli, impiegati nello stabilimento reggellese di Prulli. Nelle ultime settimane il Piano industriale presentato dall'azienda ha messo in allarme dipendenti e rappresentanze sindacali: tanto che alla fine, due giorni fa, in Regione si è deciso per l'apertura di un tavolo di crisi.
Oggi i rappresentanti della Rsu aziendale, della Filctem Cgil e della Uiltec Uil rilanciano il grido d'allarme, "perché ora più che mai è necessario sensibilizzare l'opinione pubblica e le amministrazioni comunali del Valdarno fiorentino su questa importante vertenza", scrivono in un documento comune.
I sindacati ripercorrono le ultime settimane: "La direzione aziendale della De Angeli, che opera nel comparto chimico-farmaceutico e attualmente occupa oltre 300 dipendenti nella sede di Reggello, è stata convocata in Regione per rispondere in merito al Piano Industriale, già depositato in Confindustria su richiesta e pressione delle strutture sindacali".
"Le nostre preoccupazioni, espresse anche in sede istituzionale – spiegano i rappresentanti dei lavoratori – nascono proprio sui contenuti del Piano industriale che conferma, anche per gli anni avvenire, le attuali difficoltà economiche dell'azienda, con un andamento economico costantemente negativo nell’attuale triennio, mentre non viene individuata alcuna soluzione credibile che consenta un recupero del passivo denunciato".
Un quadro negativo, dunque, che ha messo in allarme i dipendenti. "Tutto ciò non può che preoccupare fortemente tutti i lavoratori che, da anni, chiedono più trasparenza alla direzione aziendale; pertanto le rappresentanze sindacali oggi accolgono le istanze di tutti i lavoratori, e si uniscono a loro nella richiesta di un Piano industriale “credibile”, un documento che ci consenta di conoscere le sorti del sito produttivo. Ormai siamo stufi!".
L'attivazione dell'Unità di crisi e del tavolo in Regione è dunque il primo passo nella direzione del confronto fra lavoratori, azienda e istituzioni. "Chiediamo all'azienda di entrare, finalmente, nella discussione che deve, a nostro parere, prevedere un percorso di messa in sicurezza della forza lavoro. Tale percorso dovrà essere sostenuto, in via prioritaria, dall'arrivo di nuove commesse produttive che consentano di affrontare concretamente il tema della redditività e della sostenibilità dell'azienda. Un piano industriale – concludono Cgil, Uil e Rsu – che indichi nel dettaglio tutte le necessarie iniziative di carattere industriale necessarie a risolvere le attuali previsioni negative dell'azienda".