22, Novembre, 2024

Commemorazione a San Giovanni Valdarno: 79 anni dalla partenza dei volontari per la guerra di Liberazione

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San Giovanni Valdarno si prepara per la 79esima manifestazione nazionale che commemora il coraggioso gesto dei giovani partigiani che, il 7 febbraio 1945, lasciarono le loro case per unirsi alla brigata Friuli nell’esercito italiano, impegnandosi nella liberazione dei territori occupati dai nazifascisti.

L’evento avrà luogo il 22 febbraio, con inizio alle 9 presso il Cinema teatro Masaccio. Gli studenti delle scuole superiori presenteranno lavori di ricerca sul periodo storico dell’ultima fase della Seconda guerra mondiale e gli eventi ad essa legati. Il sindaco di San Giovanni Valdarno, Valentina Vadi, aprirà gli interventi, seguita da Giuseppe Morandini, presidente Anpi Valdarno, e Mari Franceschini, vice presidente Anpi nazionale. Il giornalista Filippo Boni coordinerà il dibattito.

Il momento clou della giornata sarà il corteo, inizierà alle 11:45 da via Borsi, percorrerà via Roma e attraverserà piazza Cavour fino al loggiato di Palazzo d’Arnolfo. Alle 12, sarà deposta una corona ai caduti in un gesto di profondo rispetto e memoria. Successivamente, alle 12:30, i partecipanti si riuniranno per un pranzo nei saloni della Basilica.

La manifestazione non sarà solo un tributo ai valorosi partigiani, ma anche un’occasione per accogliere la delegazione di Corning, giunta a San Giovanni Valdarno per il rinnovo del patto di gemellaggio e l’accordo di reciproca collaborazione tra le due comunità. Questa presenza sottolinea l’importanza della solidarietà e della cooperazione tra città, superando le frontiere geografiche in un segno di unità e amicizia.

Il ricordo di quei giovani che scelsero di lottare per la libertà, sacrificando la propria tranquillità, continua a essere un faro di ispirazione per le generazioni presenti e future. La manifestazione si conferma come un momento di riflessione sulla storia e di impegno per il mantenimento dei valori di pace e libertà che quei giovani coraggiosi hanno difeso con determinazione oltre settant’anni fa.

Valentina Vadi, sindaco di San Giovanni:”È per me, l’ultimo anno della consiliatura in cui, nelle vesti di sindaco, rappresento, con il gonfalone e la fascia tricolore, tutta la città di San Giovanni Valdarno a questa manifestazione. L’appuntamento per ricordare la partenza dei volontari alla guerra di Liberazione e l’unità di Italia è una ricorrenza importante nella nostra comunità cittadina, istituita dal Comune di San Giovanni Valdarno, insieme ad Anpi molti anni fa per ricordare un evento specifico che ha riguardato San Giovanni Valdarno, per conservare la memoria del passato e dei valori della Resistenza: la libertà, la democrazia, l’uguaglianza sociale, la lotta contro ogni forma di discriminazione. Questi sono i valori, in nome dei quali combatterono i partigiani e i volontari che partirono per liberare l’Italia dal nazifascismo.”

Continua il sindaco:”Dopo il 24 Luglio 1944, giorno in cui vennero liberate San Giovanni Valdarno e Cavriglia la volontà dei partigiani sangiovannesi e Valdarnesi di continuare la lotta di Liberazione, si manifestò con la partenza, il 7 febbraio del 1945, 79 anni fa, di 105 volontari, arruolatisi nei gruppi di combattimento del ricostituito esercito italiano. Ogni anno, con questa cerimonia, noi ricordiamo quei giovani, il loro coraggio, il loro smisurato amore per la libertà, ed il legame che ci unisce ancora, dopo così tanti anni, alle comunità che i nostri combattenti sangiovannesi contribuirono a liberare in quell’inverno del 1945.  Queste vicende, spesso sconosciute ai libri di storia, ma così importanti per la costruzione di una memoria collettiva e di un comune sentire morale, devono essere consegnate alle generazioni giovani, che costituiranno la classe dirigente futura, ed avranno, loro, la responsabilità di mantenere in pace, e in una civile convivenza, questo paese.

Conclude:”Ancora più importante, in un momento come questo, con una guerra in atto nel cuore dell’Europa da due anni, con un nuovo conflitto che infiamma la Palestina, con immagini di morte, distruzione e disperazione davanti ai nostri occhi ogni giorno, ripetere a noi stessi quanto è importante essere costruttori di pace, fare ogni sforzo in nostro potere per scegliere le ragioni della pace e che la diplomazia europea ed internazionale – se hanno ancora una consistenza sostanziale e non solo formale – facciano tacere le armi, segnando la fine del conflitto tra Russia e Ucraina e la fine dei bombardamenti in Palestina, nella striscia di Gaza. Vorrei concludere ricordando le parole di Alexey Navalny, oppositore russo del regime di Putin, richiuso nelle carceri siberiane dove è morto alcuni giorni fa – il 16 febbraio – per le dure condizioni di detenzione a cui era sottoposto, che nel documentario “Navalny” (2023) di Daniel Roher alla domanda su quale messaggio avrebbe lasciato al popolo russo nel caso in cui fosse stato ucciso, risponde: ‘Se decidono di uccidermi, vuol dire che siamo fortissimi. Dobbiamo usare questa forza, non dobbiamo arrenderci, ma ricordarci che siamo oppressi da persone cattive. Il male, per trionfare, ha solo bisogno che i buoni non facciano nulla. Quindi non siate inerti’”.

 

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