“Rimango veramente allibita dalle parole che leggo e che sono state utilizzate sul tema dell’Ospedale di Comunità e della Casa di Comunità. Capisco fare propaganda politica, ma non accetto che questa venga fatta sulla pelle e sulla salute delle persone”. Così la sindaca di Figline e Incisa, Giulia Mugnai, replica alle critiche mosse ieri dai Cobas sul progetto e sull’investimento riguardante il nuovo Ospedale e la nuova Casa di Comunità.
Un investimento che la sindaca e l’Amministrazione difendono con forza, sottolineando come “non c’è nessuna correlazione con i servizi ospedalieri, meno che mai una diminuzione delle attività del Serristori in funzione dell’ospedale di comunità. Le nuove strutture infatti rappresentano un ampliamento dei servizi offerti alla popolazione, con l’obiettivo di aumentare i posti non di sottrarli”.
“Si parla di uno sperpero di 6 milioni euro, noi invece rivendichiamo con forza che questo è un investimento da 6 milioni di euro molto significativo per la sanità territoriale”, spiega Mugnai. “Dire che questo progetto serve a chiudere il Serristori, è semplicemente una falsità. Non abbiamo mai risparmiato critiche dure alla Regione quando si è reso necessario per il Serristori, ma gli investimenti che verranno fatti grazie a questi finanziamenti PNRR sono strategici e dobbiamo chiedere che siano realizzati più velocemente possibile. Da tempo, i cittadini aspettano un potenziamento dei servizi di prossimità dedicati alla popolazione più fragile, in particolare agli anziani. Questo è quello che stiamo facendo”.
“Innanzitutto – spiega la sindaca – grazie all’Ospedale e alla Casa di Comunità, molti medici di famiglia saranno radunati nello stesso luogo, garantendo, grazie all’integrazione di ulteriori professionisti, un servizio ventiquattrore su ventiquattro. Inoltre, sarà ampliata l’offerta attuale del distretto sanitario, realizzando venti posti letto per cure a bassa intensità che oggi non esistono nell’intero Valdarno, che sono totalmente aggiuntivi e che quindi nulla hanno a che vedere con l’ospedale Serristori, il quale manterrà tutti i suoi servizi come abbiamo sempre detto”.
“Ci siamo sempre battuti perché il Serristori mantenesse una medicina interna, un collegamento diretto tra la popolazione e i medici di famiglia, così da poter ricoverare le persone che ne hanno necessità, e questi servizi ospedalieri resteranno. Nulla vedono togliersi a causa dell’Ospedale di Comunità. Per questo, io credo che si prendano in giro le persone, se si dice che questo progetto serve a chiudere il Serristori, perché in realtà è un ampliamento dell’offerta e quindi è l’esatto contrario”, aggiunge ancora Mugnai. “Oltre alla questione legata ai posti letto però, l’Ospedale e la Casa di Comunità avranno anche altre funzioni fondamentali soprattutto per le persone fragili, in particolare quella di fornire alla popolazione le cosiddette cure di bassa intensità. Funzioni che come più volte sottolineato andranno a integrare e non a sostituire i servizi dell’ospedale Serristori”.
“Questo nuovo distretto sanitario permetterà, soprattutto alla popolazione più anziana, di avere direttamente sul territorio delle strutture per le cure di bassa intensità, mentre adesso per raggiungere certe strutture occorre precorrere chilometri e chilometri di distanza, perché chiunque abbia in famiglia una persona anziana sa quanto siano lontane da noi tali strutture. Proprio per questo, stiamo chiedendo sia all’Asl che alla Regione di rispettare i tempi previsti dal PNRR, perché questo progetto deve concludersi entro il 2026. Sono tempi molto ridotti, anche perché questo significa trasferire nell’Ospedale e nella Casa di Comunità tanti professionisti che potranno essere a disposizione delle persone. Tali tempi però dovranno essere necessariamente ad ogni costo rispettati. La priorità quindi – conclude la sindaca Mugnai – è impegnarsi per realizzare questi investimenti e non cercare di ostacolarli. Anche noi crediamo che sia molto importante battersi per migliorare la situazione socio-sanitaria del territorio e soprattutto l’ospedale Serristori, ma crediamo anche sia utile farlo con azioni concrete e non attraverso sterili polemiche politiche”.