I legali di Fimer spa, dunque, hanno annunciato al giudice del Tribunale di Arezzo, che aveva convocato un incontro tra le parti, di aver depositato la rinuncia al concordato preventivo facendo saltare, così, in pratica l’accordo con McLaren Applied e Greybull Capital che erano disponibili a dare 10 milioni di euro subito e 40 milioni successivamente. Il gruppo dal canto suo, nonostante, tutto, conferma il suo interesse per lo stabilimento terranuovese.
Nonostante l’impegno di tutti, Comune e Regione, organizzazioni sindacali, nonostante gli incontri, le iniziative, le manifestazioni, la situazione dello stabilimento Fimer di Terranuova sembra avere le ore contate e con esso il futuro di 280 lavoratori e di quelli dell’indotto.
Istituzioni e sindacati, Fim Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil sono già scesi sule piede di guerra e già dal pomeriggio hanno indetto un’assemblea. Programmata l’occupazione dello stabilimento nelle 24 ore.
Alessandro Tracchi, segretario provinciale Cgil: “Questa proprietà ci ha portato ad innalzare il livello di scontro e di lotta e ci porta, per la nostra responsabilità e per la nostra volontà di difendere lo stabilimento, i lavoratori coinvolti, le loro famiglie e la comunità a occupare lo stabilimento. Noi teniamo alla storia che rappresenta questo stabilimento, al know how, e lo difenderemo a spada tratta, non permetteremo a nessuno di portare via competenze, non permetteremo a nessuno di chiuderlo e lo difendiamo perchè noi abbiamo una dignità. Probabilmente quando la proprietà ha comprato a Terranuova non conosceva il nostro livello di dignità ma da oggi imparerà a conoscerlo”.
“Noi otterremo sicuramente la difesa del nostro stabilimento che è a Terranuova, rimarrà qui, lo difenderemo con le unghie cercando altri investitori e tutte le strade possibili e immaginabili che salvaguardino l’interesse di questa comunità, dei lavoratori, delle loro famiglie, dei creditori che sono coinvolti in questa procedura. Non difendiamo gli interessi della proprietà”.
“La realtà ha superato di gran lunga la fantasia. Nessuno si sarebbe aspettato un atteggiamento come questo ovverosia recedere da una procedura concorsuale che loro stessi hanno chiesto un anno e mezzo fa. La ragionevolezza di queste mosse dove sta? Sta nel difendere i lavoratori, questa comunità, sta nei principi costituzionali quando si parla di responsabilità d’impresa o forse sta nel difendere altri interessi che non collimano con gli interessi che difendiamo noi che sono quelli dei lavoratori, delle loro famiglie, della comunità e dei creditori. Oggettivamente ormai non ci interessa più sapere quali sono le proposte di questa proprietà. Noi vogliamo riconquistare la nostra dignità, il nostro posto di lavoro e per far questo occupiamo lo stabilimento che ha ancora 10 milioni di portafogli ordini, dove si produce e si sviluppa il futuro anche all’interno della transizione ecologia: sicuramente qualcuno che prima o poi ci vorrà comprare lo troveremo”.
Ilaria Paoletti, Fim Cisl: “Faremo un’assemblea pubblica con il coinvolgimento di tutti i lavoratori per condividere insieme a loro una linea che prevede anche l’occupazione dello stabilimento, attraverso un sistema di turnazioni che permetta di coprire tutte le 24 ore. Le variabili sono tantissime da come si potrà pronunciare il giudice a quello che potrebbe fare la proprietà, e sono anche di difficile previsione. Ma sicuramente noi abbiamo uno scopo con l’occupazione: fare arrivare a tutti gli attori che fino ad oggi sono stati presenti al tavolo che gli interessi personali hanno sempre un limite perchè questa azienda non è soltanto della proprietà ma è anche dei lavoratori. Se i lavoratori decidono di occupare lo stabilimento e di fermare la produzione, le sorti dell’azienda sono in mano agli stessi lavoratori. Quindi se l’obiettivo è davvero quello di salvare l’azienda è necessario che tutti facciano un passo indietro mettendo al primo posto l’interesse collettivo piuttosto che quello personale. Siamo anche in attesa, visto che c’è stata una riunione, stamani a porte chiuse, dove non è emerso un accordo da parte di Greybull con la proprietà, che il Tribunale si possa pronunciare. Tra le varie ipotesi c’è che effettivamente vi siano le condizioni per poter revocare il concordato o qualora non ci siano non si esclude una decisione che possa riguardare l’amministrazione straordinaria piuttosto che il fallimento. Siamo stanchi di dover rimettere le decisioni agli altri: oggi la prendiamo una noi che è quella di occupare lo stabilimento”.
Luana Casucci, Uilm Uil: “Quando si parte con un’occupazione si sa quando si comincia e mai quando si finisce. E’ una vertenza questa che ci ha portato veramente allo sfinimento, tutte le volte che sembra conclusa si ribalta qualsiasi previsione. C’è rimasta soltanto l’occupazione. Tante persone si sono rese disponibili per occupare tutte le 24 ore onde evitare che qualcuno arrivi e porti via macchinari lasciando una scatola vuota. Chiediamo ai lavoratori un sacrificio enorme ma risponderanno. Questa azienda è tanto per il territorio, per chi ci lavora e per la zona”.