Sabato 28 maggio si è celebrata a Montevarchi, in piazza Concetto Marchesi, l’inaugurazione di una stele commemorativa, dedicata al Vicebrigadiere dei carabinieri Lorenzo Foggi, giovane ed eroico valdarnese, ferito mortalmente, insieme all’appuntato Sante Busso, in un conflitto armato, durante l’arresto di un pericoloso pluriricercato. Significativa la collocazione del monumento in un luogo di aggregazione per antonomasia, dove confluiscono persone, incontri, affari ma anche, promesse e storie, a garanzia di un incessante dialogo tra passato, presente e futuro.
La cerimonia nasce dalla feconda sinergia tra istituzioni politiche, culturali, religiose, militari e scolastiche, le cui più alte rappresentanze hanno presenziato al rito inaugurale, con la partecipazione speciale dei familiari del Decorato e della Fanfara della Scuola Brigadieri e Marescialli dei Carabinieri. Una menzione particolare va alle quattro classi del liceo “Benedetto Varchi”, II e III A scientifico, II A e II B scienze applicate, presenti alla cerimonia con i loro docenti, per il lavoro di ricerca e di approfondimento, svolto in queste settimane, “sulla possibilità di superare e vincere lo spettro della morte, grazie all’impegno civile e all’etica del dovere”, e per le profonde riflessioni, condivise in piazza, sul destino dell’eroico conterraneo, che hanno voluto immaginare “fuori da ogni rassegnazione”, concludendo che “quell’età eroica, appresa nelle più belle pagine della letteratura antica, non è poi così lontana”.
La sensibilità – non nuova – dei liceali del Varchi nell’attualizzazione ed appropriazione dei modelli proposti alla loro attenzione è un seme prezioso, che il contesto scolastico, dal quale provengono, si preoccupa di coltivare con strategie, educative e formative, pluriprospettiche. L’iniziativa si pone, difatti, in continuità con una molteplice e spiccata trasversalità progettuale che la Dirigente, Prof.ssa Chiara Casucci, ritiene fondamentale nella formazione integrale degli studenti, affinché il valore aggiunto dei loro studi possa misurarsi, costantemente, in termini di “sapere”, di “saper essere” e, in definitiva “di essere”, consentendo ai ragazzi un accesso, maturo e consapevole, alla complessità della realtà e distanziandoli dalla piaga di uno sguardo appiattito e impoverito sul mondo.