Al centro della polemica, quel metodo del voto ponderato che ha fatto infuriare Ivano Ferri, portandolo a ritirare la sua candidatura. Il Pd di Cavriglia è al suo fianco. Mentre i segretari del Valdarno aretino controbattono: “Quelle regole erano approvate a maggioranza”
Ormai è scontro, all'interno del Partito democratico valdarnese. E non più nelle sedi di partito, ma allo scoperto, a suon di comunicati stampa che arrivano dall'una e dall'altra parte. A scatenare tutto, il cosiddetto "caso Ferri": con l'ex sindaco di Cavriglia che ha alzato il polverone, ritirando la sua candidatura e sparando a zero sul Partito democratico del Valdarno.
Nel mirino il cosiddetto 'voto ponderato'. Il Pd, in sostanza, aveva approvato a maggioranza nei circoli comunali del Valdarno aretino un regolamento che prevedeva, in estrema sintesi, di scegliere i candidati al prossimo consiglio regionale con una consultazione tra gli iscritti. E i voti dei singoli avrebbero avuto un valore calcolato in base ai voti registrati alle ultime elezioni politiche in quel comune, e agli iscritti al Pd. Cavriglia ne usciva con il valore più basso, 12, contro ad esempio i 37 punti di Pergine. Da qui il passo indietro di Ferri, e le accuse.
Oggi il Partito democratico di Cavriglia si schiera a fianco dell'ex sindaco. E in una nota puntualizza: "Le vicende politiche che hanno coinvolto il Valdarno in queste settimane ci hanno portato a riflettere e a fare alcune considerazioni. Prima di tutto, rileviamo la necessità per il Pd di accelerare la costituzione di un coordinamento politico di vallata attraverso la condivisione di un regolamento organizzativo unanimemente condiviso che eviti in futuro di commettere errori come evidenziato in questo caso".
Poi entra nel merito: "La Segreteria del Pd di Cavriglia si è opposta fin dal primo momento all’idea di ponderare il voto degli iscritti, ritenendo base della democrazia il principio di una testa/un voto: l’aver solo pensato ad attuare una metodologia nella quale i voti si pesano e non si contano dovrebbe portare a rivolgere delle sentite scuse a tutti gli iscritti del partito. Questo a nostro avviso assume un valore ancor più importante alla luce delle ultime dichiarazioni del Segretario nazionale del Pd e Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha rilanciato l’importanza di avere un organismo radicato sul territorio basato proprio sugli iscritti. Il Pd dunque dovrà tornare ad essere un partito delle tessere".
E su Ferri, è ribadito l'appoggio: "Riteniamo che la candidatura di Ivano Ferri, sostenuta dal Pd di Cavriglia, avrebbe potuto arricchire il confronto politico in una competizione sana, basata su regole democratiche, che avrebbero potuto portare alla scelta di un candidato condiviso anche in assenza di quelle primarie da noi auspicate fin dal primo momento. Dimostriamo, come Pd del Valdarno, di essere in grado di costruire un progetto politico nel vero interesse del nostro territorio al di là delle correnti, al di là dei campanilismi".
Dai segretari del Pd degli altri comuni valdarnesi arriva un'altra nota, che rimanda al mittente ogni accusa. "Il momento della scelta delle candidature è sempre una fase di tensione, anche se sarebbe buona norma che le legittime ambizioni personali venissero ricondotte a una logica politica complessiva, che le subordini all’esigenza di una proposta rappresentativa degli elettori e non di gruppi o realtà circoscritte".
"Per questo il Pd del Valdarno ha chiesto alla segreteria provinciale che fosse possibile svolgere almeno una consultazione tra gli iscritti, con un criterio che ponderasse il loro peso al numero effettivo degli elettori del Pd di ciascun comune. Lungi dal costituire una limitazione alla democrazia, questa regola avrebbe rappresentato un ragionevole equilibrio tra l’esigenza di far pesare ciascun iscritto e quella di proporre candidature capaci di rappresentare effettivamente l’intero Valdarno e non un singolo comune".
E già in questa fase è spuntato il caso Cavriglia: "La maggior parte delle unioni comunali riteneva necessario per poter partecipare alle consultazioni avere il sostegno di almeno tre unioni comunali; si è comunque andati incontro alla richiesta di Cavriglia di poter partecipare alle consultazioni anche con il sostegno di una sola unione comunale, per non escludere neanche chi sapeva di poter contare solo sul sostegno della propria unione comunale. Le regole sono state approvate a maggioranza, come si usa in democrazia, in un incontro a cui è stato invitato a partecipare il Segretario Provinciale in qualità di garante. In un secondo momento Cavriglia ha avuto un ripensamento, che per quanto legittimo non autorizza certamente all’utilizzo di espressioni improprie e a ricostruzioni offensive nei confronti del resto del Pd valdarnese".
Insomma, l'accusa è al Pd di Cavriglia: "Il ripensamento di Cavriglia, che non ha più voluto accettare il volere della maggioranza e ha preteso di cambiare quanto già deciso, ha di fatto impedito lo svolgimento di queste consultazioni tra gli iscritti. Ce ne dispiace, perché ciò priva i nostri militanti di una possibilità in più di partecipare a un percorso trasparente di designazione dei candidati. A questo punto anche in Valdarno sarà possibile presentare candidature raccogliendo le firme necessarie e sottoponendole poi alla direzione provinciale. Questa strada resta ancora percorribile per tutti, anche per chi se ne sta chiamando fuori gridando al complotto: un comportamento incomprensibile e che non rende peraltro giustizia all’immagine di serietà e generosità che i cittadini valdarnesi hanno imparato in tanti anni ad apprezzare in un amministratore come Ivano Ferri".
"Sulle candidature per il consiglio regionale, per quanto ci riguarda, non c’erano e non ci sono predestinati, al contrario di quanto vorrebbero far credere le strumentalizzazioni di qualche forza politica concorrente alla ricerca disperata di voti. Se il Valdarno ha peccato per qualcosa, in questa occasione, è stato per aver cercato una maggiore partecipazione e una maggiore trasparenza di quella pur garantita dalle direzioni regionali e provinciali. Solo per questo abbiamo ritenuto di intervenire con questa precisazione per riportare le cose alla loro giusta dimensione, con l’augurio che il confronto politico torni a svolgersi in forme più consone, nella certezza che il Pd sarà ancora capace di dare spazio a voci e istanze diverse nel grande alveo del riformismo democratico".