Ieri sera al Domino Festival Francesco Costa ha presentato il suo ultimo libro “Una storia americana”. Il giornalista, vicedirettore del giornale online Il Post, autore del podcast “Da Costa a Costa” e non solo, si è spinto oltre alla mera presentazione del libro, andando a specificare quanto sia ampio e dispersivo il mondo contemporaneo dell’informazione e come è possibile creare una mappa di fonti sulla quale potersi orientare.
“Una storia americana” si apre con il racconto di due personaggi interessanti da molteplici punti di vista: Joe Biden e Kamala Harris. Costa:” Le loro storie sono interessanti in quanto tali . Sono storie esemplari per conoscere il Paese America. Io racconto alcuni momenti ed episodi e li uso come pretesto per raccontare delle cose sugli Stati Uniti, dal sistema sanitario, per capire una volta per tutte come funziona; il sistema giudiziario; il perchè negli anni ’70 è aumetata tanto la criminalità. Un modo per parlare di questo paese, che noi crediamo di conoscere molto bene, poichè molto influente, ma che in realtà conosciamo molto meno di quanto ci sembra.” Continua Costa:”Una cosa che mi ha sempre incuriosito, anche da elettore italiano, sono quei quiz sui social che tentanto di identificarti con un progrmma elettorale attraverso le risposte che dai. Il risultato è messo a confronto coi programmi. Alla fine, nel farci un’idea dei politici, le idee e i programmi contano, ma la capacità di un politico di realizzare le cose che ha promesso di fare o meno, le riforme che vuole fare, dipendono da caratteristiche e qualità personali che nei programmi non ci sono. In questo senso, il passato ci aiuta molto.”
Tornando a Biden e Harris: “Biden uomo della classe medio bassa, viene da una famiglia non particolarmente agiata, si presenta con le caratteristiche di un americano medio. Kamala Harris donna non bianca, (e questo la rende già straordinaria nella storia del posto in cui è arrivata) magistrata di grandissimo successo in un Paese che penalizza molto le magistrate donne non bianche, figlia di immigrati. Non è un caso se in 240 anni non c’era mai stata una donna o una persona non bianca vicepresidente e adesso si. Questo dipende sia da Kamala Harris che da come è cambiata l’America. Negli Stati Uniti c’è sempre questa sensazione di vedere tanti Stati nello stesso Paese, ed è ineliminabile. Pe l’America questo è un periodo di cambiamenti veramente importante; ne individuiamo tre: la crescente urbanizzazione, la trasformazione geografica e la trasformazione demografica-etnica: i bianchi sono tendono a diventare la minoranza. Tutte le minoranze etniche messe insieme andrnano a costituire la maggiornza; questo è dovuto a quatro seocli di schiavitù. Un grande stravolgimente al quale non tutti sono pronti. Questo è il Paese che osserviamo oggi, molto diviso e incattivito .”
La questione delle informazioni e di come questo tipo di trosformazioni vengono comunicate, fa parte di un discorso più ampio che riguarda l’informazione a tutti i livelli. Costa:”Le cose che sono troppo belle per essere vere, spesso non sono vere. Il modo in cui riceviamo le informazioni, soprattutto tramite i social media è completamente casuale . Cosa possiamo fare noi? Rendere il nostro flusso di informazione, meno casuale. Io non sono un fan di chi dice “dovete fare una verifica in più, una ricerca in più. Il mestiere della verifica delle notizie è il mestiere dei giornalisti. Non è giusto pretendere che le persone lo facciano.”
Il giornalista continua facendo una paragone tra la dieta alimentare e la dieta mediatica:” Consiglio di approcciarsi alla nostra dieta mediatica, cioè alle informazioni che riceviamo, nello stesso modo in cui ci approcciamo alla nostra dieta alimentare. Sono esattamente la stessa cosa. Essere informati è fondamentale, come mangiare. Se voi mangiate solo patatine fritte sapete che vi farà male e che dovreste avere una dieta bilanciata; quindi cercherete di bilanciare la vostra dieta. Non diventerà perfetta ma vi sarete posti il problema. Costruirsi una dieta mediatica vuol dire non assumere informazioni a caso. Aprire un feed di instagram, di facebook o di twitter e scorrere e leggere le cose che ci capitano sotto al naso è informarsi a caso. In quel momento stiamo delegando la nostra dieta alimentare a quello che qualcuno ci vuol far mangiare.”
Conclude:“Informarsi è comprarsi una volta a settimana un quotidiano, magari non sempre il solito, guardarsi un documentario su un tema che vi sta a cuore. Porsi il problema di come ci si sta informando.”