24, Luglio, 2024

Civili in fuga dall’Afghanistan, l’Anci apre alla disponibilità di accoglierli. Adesioni da tre sindaci valdarnesi

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“I sindaci italiani sono pronti a fare la loro parte nell’accogliere le famiglie afghane. Non c’è tempo da perdere, sappiamo bene come i civili che hanno collaborato con le nostre missioni in Afghanistan oggi siano in forte pericolo, soprattutto donne e minori. Il Governo si sta muovendo per salvare vite umane, attraverso l’azione delle prefetture sul territorio e i sindaci mettono a disposizione la propria esperienza, per questo abbiamo scritto al ministro dell’Interno Lamorgese e abbiamo avvisato il ministero della Difesa”. Il sindaco Matteo Biffoni, delegato Anci per l’Immigrazione, rappresenta l’impegno di tutti i sindaci italiani a far fronte alla grave crisi umanitaria che si sta consumando in queste ore. La proposta è di ampliare la rete SAI (ex Sprar), per accogliere i civili in fuga dall’Afghanistan: “Serve un ampliamento della rete di accoglienza già esistente, come abbiamo fatto dal 2014 a oggi ogni volta che le nostre missioni si riducevano”, spiega Biffoni.

E in Valdarno sono già tre le adesioni pervenute. Scrive Giulia Mugnai, sindaca di Figline e Incisa: “Condividiamo anche noi l’appello di Matteo Biffoni e di Anci Toscana: anche i Comuni, sebbene piccoli di fronte ai grandi attori internazionali, non devono tirarsi indietro davanti alle tragiche notizie che arrivano dall’Afghanistan. Il nostro Comune aderisce già da anni alla rete Sprar (ora SAI), il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Da cinque anni, con un appartamento dedicato, attiviamo progetti di accoglienza di secondo livello, attraverso i quali tanti ragazzi hanno potuto integrarsi nella comunità e nel mondo del lavoro. A Figline e Incisa Valdarno c’è un sistema maturo che può contare sulla collaborazione con il Terzo settore e il mondo del volontariato. Piena disponibilità, da parte dell’Amministrazione, ad accogliere chi scappa dall’orrore talebano, a partire dalle famiglie dei civili che hanno collaborato con le missioni italiane a Kabul ed Herat. Dobbiamo ampliare la rete dell’accoglienza per ridare la speranza ai bambini, alle donne e agli uomini che sognano una nuova vita”.

A favore della proposta lanciata dal sindaco Biffoni, anche il primo cittadino di Terranuova Sergio Chienni: “I Comuni sono pronti per accogliere bambini, donne e uomini disperatamente in fuga dall’Afghanistan. È solo un piccolo pezzetto di ciò che serve per far fronte a una situazione così drammatica, ma è indispensabile che ciascuno, a tutti i livelli, faccia la propria parte. Noi possiamo fare questo”.

E da Laterina Pergine, dove le bandiere da questa mattina sono listate a lutto, la sindaca Simona Neri si unisce: “Su proposta dei gruppi consiliari di Maggioranza e di Minoranza abbiamo issato le bandiere dei nostri Municipi a lutto in segno di solidarietà al popolo afghano. Le notizie che arrivano da Kabul in questi giorni sono allarmanti, le immagini di quelle persone impaurite che pur di scappare si sono appese alla fusoliera di un aereo in decollo sono impressionanti, scioccanti. Piangono, le donne di Kabul, e ci chiedono aiuto coi loro appelli, terrorizzate dal ritorno dei talebani. E proprio loro, che in questi anni hanno lavorato con coraggio per la propria emancipazione e per aiutare le altre donne, ora rischiano violenze, stupri e di essere uccise. Stanno bruciando gli appunti di una vita e le foto dei familiari perché temono ripercussioni oltre che per se stesse anche sui propri cari. Non c’è tempo da perdere, il nostro Comune è pronto a fare la propria parte per la salvezza di bambini, donne, uomini che rischiano la folle rappresaglia dei talebani solo per aver collaborato con l’Italia nella speranza di un futuro migliore per il proprio popolo e per il benessere della propria gente”.

 

foto articolo da www.anci.it

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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