I Cobas presentano una proposta ai sindaci del Valdarno fiorentino, per impegnare la Regione Toscana e l’Azienda sanitaria nel potenziamento dell’ospedale Serristori e nel rilancio dei servizi distrettuali, territoriali e socio sanitari.
“L’attuale proposta di modifica del patto territoriale del Valdarno Fiorentino del 2013 – mai attuato – e del servizio sanitario locale, nei modelli organizzativi ospedale territorio predisposti recentemente dall’Assessorato alla Sanità Regione Toscana è fortemente inadeguata, penalizzante e diseguale nel garantire una adeguata offerta pubblica alle richieste di salute delle popolazioni e ad affrontare le attuali e future pandemie. Prevale ancora la vecchia logica dei risparmi di spesa, delle compatibilità economiche, del favorire il privato “sociale e non”, della speculazione sanitaria e delle esternalizzazioni a svantaggio di un sistema universale e solidaristico sul diritto alla salute”.
Da qui la proposta di Domenico Mangiola, Valentina Fontanelli, Lorenzo Sgherri, delegati Rsu Cobas P.I. Usl Toscana Centro, Andrea Calò, esecutivo nazionale Federazione Cobas P.I.: “Come sindacato Cobas P.I. USL Toscana Centro abbiamo ribadito nel confronto con i Sindaci del Valdarno Fiorentino del 22 giugno, il nostro dissenso sulla Delibera della Giunta Regionale Toscana n. 886 del 13.07. 2020 nella parte in cui utilizza in modo strumentale il DM 70/2015, nella programmazione della rete ospedaliera in conformità agli standard da esso previsti, per diminuire l’offerta sanitaria del presidio ospedaliero Serristori e lasciare l’intera assistenza distrettuale/territoriale/domiciliare priva di adeguate strutture e investimenti”.
“Chiediamo di congelare la sottoscrizione di qualsiasi intesa con la Regione Toscana istituendo un tavolo aperto di confronto con il sindacato, le associazioni e i cittadini e avviando una campagna di ascolto nei territori. Una modalità democratica e partecipativa in modo da investire le future risorse economiche del PRR (patto di resilienza e resistenza) sulla riqualificazione del presidio ospedaliero Serristori e sulle attività territoriali – distrettuali”.
“La Regione Toscana utilizza detto decreto per declassare il presidio ospedaliero Serristori ignorando che l’ospedale è stato classificato quale presidio ospedaliero in zona disagiata per la quale il DM 70/15 non prevede la trasformazione di esso in un ibrido tra stabilimento di lungo degenza/ospedale di comunità/ ospedale di prossimità/casa della salute ma una chiara articolazione dei livelli di operatività quale ospedale con sede di Pronto Soccorso H/24 la cui struttura organizzativa ospedaliera è deputata ad effettuare in emergenza-urgenza stabilizzazione clinica, procedure diagnostiche, trattamenti terapeutici, ricovero oppure trasferimento urgente al DEA di livello superiore di cura, in continuità di assistenza, secondo protocolli concordati per patologia”.
“Pericolosa per i pazienti e inattuabile per la natura del nostro territorio è la proposta di un PPS (punto di primo soccorso) che sostituisca un vero PS H24 e soprattutto l’utilizzo improprio che vorrebbero fare del 118 e del personale che non può essere distolto dalla sua funzione principale dell’emergenza territoriale. Come sindacato abbiamo chiesto ai Sindaci, sulla base del DM 70/15 per i presidi ospedalieri di aree disagiate anche con un numero di abitanti di riferimento inferiori agli 80.000, di non accettare quel declassamento previsto dalla proposta di modifica del patto territoriale, preludio ad una chiusura definitiva del presidio, ma di proporre alla Regione Toscana un reale investimento sulla struttura ospedaliera e sui servizi distrettuali conformemente ai bisogni territoriali del Valdarno fiorentino con risorse economiche e umane stabili e ad essi prioritariamente assegnate”.
“Per coprire realmente il fabbisogno sanitario con una efficace ed appropriata assistenza e presa in carico del paziente nei reparti occorre investire sull’ospedale e riqualificare urgentemente il territorio con unità operative di presidio: medicina interna ad alta e bassa complessità, chirurgia generale aperta 7giorni su 7, chirurgia ambulatoriale ad alta complessità, chirurgia ambulatoriale oculistica per la cura della cataratta e del glaucoma , anestesia, posti letto di Osservazione Breve Intensiva, ortopedia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità H24 di radiologia, laboratorio analisi, emoteca”.
“Fare funzionare le specialistiche in day service ed ambulatoriali: centro dialisi, pediatria, day service medico e chirurgico per continuità assistenziale tra ospedale e territorio, il day service oncologico, l’endoscopia aperta 6gg su 7gg, la cardiologia, la sala gessi e tutti i servizi specialisti ambulatoriali da attribuire anche ai distretti territoriali oggi in stato di degrado e abbandono: dermatologia, urologia, geriatria, neuro-chirurgia, otorino laringoiatria, fisiatria, fisioterapia funzionale e riabilitativa, diabetologia, psichiatria, consultorio familiare, i cui servizi devono realizzare una vera integrazione ed una stretta collaborazione con i medici di famiglia nella proficua implementazione di una tele-medicina che sia più vicina ai bisogni dei cittadini e ad una umanizzazione delle cure”.
I Cobas terminano: “Ribadiamo che queste sono in sintesi le nostre considerazioni, frutto della piattaforma concordata con i lavoratori e proposte anche alle associazioni e comitati civici al fine di impedire lo smantellamento progressivo del presidio ospedaliero Serristori e di fermare il degrado dei servizi territoriali e distrettuali”.