22, Novembre, 2024

Libera Valdarno: “Economia toscana sempre più nel mirino delle organizzazioni mafiose”

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I recenti fatti di cronaca di cui il nostro Valdarno è stato tristemente protagonista, hanno evidenziato prepotentemente quelle tematiche che, da anni, l’Associazione Libera sta studiando.Ne abbiamo parlato con Pierluigi Ermini, valdarnese e membro attivo all’interno dell’associazione stessa, chiedendo quale sia il risvolto della medaglia derivante dal fatto che la nostra terra sia, appunto, terra operosa e produttiva, in grado di attrarre capitali ed aziende.

“La risposta alla sua prima domanda, in modo molto semplice e preciso, l’ha fornita il Procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi, durante l’incontro sulle infiltrazioni mafiose, che si è svolto sabato 19 giugno a Terranuova Bracciolini e tale risposta ci porta ad una prima affermazione precisa, circostanziata dalle indagini di questi anni e anche dalle inchieste giornalistiche, compreso il dossier realizzato da Fulvio Turtulici per il nostro coordinamento- risponde Ermini – “L’infiltrazione mafiosa c’è e in maniera consistente ed è questo uno dei risvolti causato da un’economia e da una società che, persa una propria etica, si riduce alla sola ricerca del profitto o a soddisfare esclusivamente i meri bisogni individuali. La nostra regione sta sempre più diventando un’ottima “lavatrice” per il riciclaggio di denaro e, di fatto, le organizzazioni criminali non hanno alcuna intenzione di installarsi qui, ma cercano di inserirsi nella nostra economia. Proprio questo fanno le mafie nella nostra provincia, investendo in settori produttivi o entrando in varie aziende, trasformando in tal modo il denaro proveniente da attività illegali in denaro pulito. L’azienda presa in mano dalla criminalità, però, non investe in sicurezza o tutele dei lavoratori ed in tal modo diventa un’impresa che inquina il settore produttivo e ammala un’economia in gran parte ancora sana.”

Per questi motivi, da tempo l’Associazione Libera ha posto l’attenzione su problematiche importanti per il Valdarno.
“Esattamente – prosegue Ermini – c’è un tema etico e di bene comune che non può più essere disatteso, anche in Toscana. La nostra regione, infatti, rischia quello che tempo fa è accaduto in Emilia, con amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni mafiose, ove il vecchio metodo dell’intimidazione è stato sostituito con quello, meno appariscente, della corruzione. Corruzione e riciclaggio sembrano essere, oggi, i due reati principali che in Toscana possono sfociare in fenomeni di infiltrazione mafiosa, assieme a traffico di stupefacenti e smaltimento illecito di rifiuti industriali pericolosi. Ne parliamo diffusamente nei nostri dossier.”

Quali sono, pertanto, gli scenari che si vanno delineando nel futuro più prossimo?
“Ogni forma di illegalità apre una finestra alle associazioni criminali di stampo mafioso – risponde ancora Ermini – Si apre per loro un terreno ideale. Si sta sempre più delineando anche un fenomeno, non secondario, di caporalato e più in generale relativo al lavoro ed ai diritti del lavoratore. È, pertanto, assolutamente necessario che anche la società civile torni a svolgere un ruolo di vigilanza su quanto accade e quanto potrà accadere. Non basta lo splendido lavoro svolto dalle nostre forze dell’ordine e dalla magistratura. È necessario, come dice ancora il dott. Roberto Rossi, tornare a sentirsi sentinelle del territorio. In fondo è esattamente il ruolo che ci ha insegnato a svolgere Peppino Impastato nella sua breve vita: era talmente innamorato della sua Cinisi che, prima prese le distanze dalla mafia, poi denunciò chi in quel territorio voleva imporre la propria visione della vita, arricchirsi alle spalle della società e cercare il potere e il dominio sulle persone! Anche qui da noi, occorre schierarsi e dire da che parte stiamo, perché perfino l’indifferenza è una scelta di campo, una scelta che favorisce l’illegalità e la criminalità organizzata. Per questo riteniamo fondamentale la creazione di un tavolo permanente per far crescere la consapevolezza nell’opinione pubblica su questi fenomeni, dal momento che proprio la consapevolezza, insieme alla riscoperta di un’etica che guidi ogni persona nella sua professione (politico, imprenditore, dipendente, professionista, ecc…) rappresentano i nemici peggiori delle organizzazioni criminali di stampo mafioso.”

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