Resta da appurare la vera committenza dell’opera: per questo il sindaco scriverà al ministro chiedendo l’istituzione di un tavolo storico-scientifico. Intanto, però, la proposta di riportare il dipinto a Montevarchi: potrebbe essere ospitato nel Palazzo del Podestà, in attesa del trasferimento del Museo di Arte Sacra proprio nella Chiesa di San Lodovico a Cennano
Lo spazio c'è, la volontà anche. L'amministrazione comunale di Montevarchi non si arrende: e per l'Incoronazione della Vergine e dei Santi, opera di fine '400 di Botticelli, si fa avanti. Perché le ultime ricostruzioni storiche attribuiscono la committenza dell'olio su tavola proprio alla comunità di Montevarchi, forse direttamente da ambiti parrocchiali. E per quasi quattrocento anni sarebbe rimasta dentro la Chiesta di San Lodovico, a Cennano.
Il primo passo, consiste nella ricostruzione esatta dei trascorsi di questa tavola. Per questo il sindaco Francesco Maria Grasso ha firmato una lettera indirizzata al Minsitro Franceschini. "Riteniamo che debba essere fatto uno studio scientifico serio per capire chi è stato il vero committente dell’opera e che per accertare questa verità, non ancora pienamente verificata fino in fondo con studi ad oggi contrastanti, ci si debba affidare ad un tavolo che sia composto dagli enti interessati, Università, Regione, Comune, e da esperti esterni che siano in grado da un punto di vista storico di verificare la verità degli atti".
Una premessa sostanziale, perché il comune di Montevarchi ritiene "che un’opera debba trovare la sua collocazione nel luogo dove è stata per un così lungo tempo, o nel luogo dove è stata commissionata, come avviene per esempio per la Visitazione del Pontormo posta nella chiesa di Carmignano, o per la madonna del Parto di Piero della Francesca a Monterchi. D’altronde è quanto hanno chiesto anche migliaia di fiorentini recentemente per gli arazzi del salone del Duecento a Firenze". Insomma, posizioni in contrasto con quanto aveva sostenuto nei giorni scorsi la dottoressa Cristina Acidini, prevedendo uno scenario caotico se si dovessero riportare tutte le opere al luogo in cui erano state commissionate.
E se venisse appurata la paternità montevarchina, per il Botticelli (tavola di quasi 3 metrri per 2) ci sarebbe già una possibile collocazione. Anzi, due: una provvisoria, in attesa di quella definitiva. "In attesa del trasferimento del Museo di Arte Sacra proprio nella Chiesa che per oltre tre secoli l’ha custodita, cioè la chiesa di San Lodovico a Cennano, l'opera potrebbe intanto essere custodita nel Palazzo del Podestà, il palazzo medioevale posto nel cuore del centro storico, accanto alla Collegiata di San Lorenzo, luogo che ha fatto la storia di Montevarchi, i cui lavori di completa ristrutturazione stanno per terminare".