05, Novembre, 2024

Suicidio assistito: il parere del Dott. Giuseppe Macrì, della Responsabilità Sanitaria Az. Usl Toscana Sud Est

Più lette

Il recente caso del paziente marchigiano, a cui è stato attribuito il nome di fantasia Mario e che, completamente paralizzato a seguito di un incidente, ha ottenuto il parere positivo del Comitato Etico della sua azienda sanitaria per il suicidio assistito, ha riacceso i riflettori su un tema tanto scivoloso quanto non più ignorabile.

Già nel 2019, con sentenza n° 242, la Corte Costituzionale si era pronunciata, ma il legislatore non aveva provveduto a regolare, con legge ad hoc, una materia che, seppure apra grandi interrogativi sul fronte etico, necessita di attenzione e di norme, peraltro richieste anche con una raccolta firme per il ricorso allo strumento referendario.

Il Dott. Giuseppe Macrì, Direttore della Medicina legale e gestione della Responsabilità Sanitaria dell’Az. Usl Toscana Sud Est, ha illustrato il punto di vista del mondo medico sulla tematica.

Il caso del paziente Mario ha fatto discutere, ma è stato anche utile – esordisce il Dott. Macrì – perché proprio in questi giorni la dodicesima commissione parlamentare della Camera ha deciso di terminare i lavoratori preparatori del disegno di legge, che si concluderanno il 9 dicembre.”

Non si tratta di fine vita, ma di suicidio assistito. La differenza è che non si parla di qualcuno che vuole curare il proprio dolore con il suicidio, ma la norma dovrà eliminare la gravissima, violenta, disuguaglianza fra chi si può suicidare e chi non si può suicidare.”

“Come in tutta Italia, anche ad Arezzo la reazione dei medici è fortemente divisa e divisiva, perché su questi temi l’impostazione ideologica sulla stessa sacralità della vita, porta tutti i cittadini, compresi i medici, a posizioni diverse. Questo non è, però, un problema perché, a mio avviso, la questione del suicidio assistito non riguarda i medici, bensì le strutture sanitarie. La materia è strettamente simile a quella dell’aborto, ovvero procurare la morte ad inizio vita anziché a fine vita, una forte analogia quindi e la normativa, in modo assolutamente moderno per il tempo in cui si legiferò sull’aborto, risolse riconoscendo una clausola di salvaguardia per i soggetti che non volessero procurare la morte e così dovrà essere fatto anche in questo caso.”

 

 

Articoli correlati

Ultime Notizie

Albissola amara per la Unomaglia Valdarninsieme

Sfugge ancora la prima gioia per le ragazze della Unomaglia  Valdarnoinsieme che, in quel di Albissola hanno subito la...