“Di fronte a un atteggiamento intransigente e di totale chiusura da parte della nostra controparte, Federmeccanica, è un’inevitabile necessità quella di continuare con maggior determinazione l’iniziativa di lotta, di mobilitazione, alzando anche i toni proprio affinché si smuova la nostra controparte.” Il segretario provinciale Fiom, Antonio Fascetto, descrive così lo scopo della manifestazione sindacale tenutasi stamattina davanti ai cancelli della sede Leonardo situata nella zona di Levanella a Montevarchi.
Il presidio si è tenuto in relazione con la decisione di Fim, Fiom e Uilm di bloccare gli straordinari e le flessibilità degli operai metalmeccanici nella provincia di Arezzo per la giornata di oggi, al fine di ottenere il rinnovo del contratto nazionale di categoria. Sul posto le rappresentanze sindacali:
“Siamo ancora qui, siamo sempre più convinti che questa battaglia dobbiamo portarla avanti e non ci fermeremo solo a questo sciopero – parla Federica Montaghi, di Uilm Firenze-Arezzo. – Ieri quando sono andata in un azienda il padrone, tra virgolette, mi ha detto: – Voi non vi siete ancora stancati di fare sciopero? – No! Voi non vi siete ancora stancati di non richiamarci al tavolo? Questa è una battaglia e noi porteremo dei risultati, quelli del rinnovo del contratto nazionale. Lo dobbiamo fare, altrimenti si creerà uno spartiacque nel nostro paese dove non ci saranno più diritti, doveri, le persone dovranno lavorare ben più di 40 ore a settimana.”
Flavia Capelli, segretaria Fiom-Cisl Toscana: “Il tavolo purtroppo non si riapre, non abbiamo buoni segnali da Federmeccanica. Stiamo cercando di richiamare le aziende a una responsabilità sociale, che noi insieme a loro abbiamo, proprio per ridare dignità ai lavoratori metalmeccanici e a tutto il mondo dell’industria, che rappresenta e porta avanti un pezzo del PIL importante. Dobbiamo necessariamente adeguare le nostre retribuzioni sulla base dell’inflazione che aumenta, ma non solo, perché altrimenti non recupereremo mai il potere di acquisto. Stiamo combattendo anche per i nostri figli e nipoti, affinché non diventino i nuovi poveri.”
Daniele Calosi, di Fiom-Arezzo: “Considero molto pericoloso l’atteggiamento del sistema di rappresentanza delle imprese, perché non riconoscere il contratto nazionale significa non riconoscere uno strumento di equilibrio democratico nei rapporti tra impresa e lavoratore.”
Di fronte all’incertezza sul futuro, la protesta quindi continua e si alzano i toni: “Ancora non li abbiamo alzati del tutto, pian piano si alzeranno – conclude il sindacalista di Fiom-Cisl Toscana Gino Turrini. – Federmeccanica e Assistal devono avere la consapevolezza della determinazione dei lavoratori metalmeccanici. Noi il contratto ce lo prenderemo, i tempi purtroppo non saranno brevi, ma la nostra determinazione ci porterà ad avere un contratto dignitoso non solo sulla parte economica, ma anche su quella dei diritti.”