A fronte di un costo del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti che a Montevarchi è rimasto invariato rispetto al 2025, e che si attesta intorno ai 5 milioni e mezzo di euro, anche quest’anno la Tari subirà un aumento, in media intorno al 3%. Si tratta delle conseguenze dell’applicazione del metodo di calcolo Arera2, come hanno spiegato il sindaco Silvia Chiassai Martini e l’assessore al bilancio Cristina Bucciarelli: un metodo entrato in vigore del 2022 e che ha comportato rincari che sono stati ‘spalmati’ su più anni, con un tetto massimo annuo di incremento del costo che per il comune di Montevarchi è stato fissato al 4,8% secondo direttiva ATO. Insomma, le bollette subiranno un aumento, seppur contenuto, nonostante gli sforzi dei cittadini (la differenziata a Montevarchi è arrivata al 66%), e nonostante le scelte del comune attuate con l’obiettivo di ridurre e contenere i costi.
Nel mirino finisce di nuovo l’applicazione del metodo di calcolo Arera. Afferma il sindaco Silvia Chiassai Martini: “Il comune di Montevarchi aveva fatto ricorso contro l’approvazione in Ato del metodo Arera, che ha portato aumenti ai cittadini. Il ricorso però è stato respinto. Il nostro comune è rimasto virtuoso, e ormai da anni porta avanti una politica per efficientare al massimo i servizi proprio per non gravare sui cittadini, tant’è che quest’anno il costo del servizio è lo stesso dell’anno precedente. Non è aumentato il costo del servizio nel 2025, ma c’è un adeguamento obbligatorio proprio per l’applicazione del metodo Arera. Nonostante la virtuosità dei cittadini di Montevarchi che hanno migliorato la percentuale della differenziata, nonostante anche la diminuzione degli abbandoni e quindi dei costi di rimozione, c’è comunque un aumento che non dipende né dal comune né dai cittadini”.
Chiassai spiega che il comune si farà carico parzialmente di questi aumenti con un apposito stanziamento: “L’Amministrazione ha deciso però di stanziare dal proprio bilancio 250mila euro, dei quali circa 205mila euro vengono proprio dal recupero dell’evasione della Tari, per cercare di calmierare questo aumento della Tari per il 2025. L’aumento medio per questo sarà del 3%, e in particolare si attesterà intorno al 2,9% per le aziende e le imprese, e al 3,18% in media per le famiglie, ma in base al numero dei componenti del nucleo familiare. La nostra Amministrazione ha voluto così nuovamente contribuire in maniera importante per gravare meno sulle tasche dei cittadini, come avevamo fatto nel 2024, ma continuiamo a sostenere che una gestione dei rifiuti a livello di area vasta, con un gestore e servizi imposti e senza un controllo diretto, impone degli aumenti che i comuni non possono controllare, su cui non abbiamo margini di manovra”.
Chiarisce inoltre l’assessore al bilancio, Cristina Bucciarelli: “Il calcolo della tariffa segue il metodo Arera2 e quest’anno il costo del servizio non aumenta, ma vanno riassorbiti quei costi che, a causa del limite di crescita fissato da Arera, non erano stati assorbiti negli anni precedenti. È importante sottolineare che il comune ci mette 250mila euro di soldi dal bilancio, che vengono soprattutto dal recupero della Tari evasa. Siamo comunque soddisfatti perché grazie a questo nostro impegno, facendo delle comparazioni con i comuni simili a livello di Valdarno, sia sulle famiglie che sulle imprese, siamo il comune in cui la Tari si paga di meno”. Bucciarelli ha presentato alcune proiezioni: un negozio di abbigliamento a Montevarchi paga quest’anno una Tari di 5,22€/mq, mentre lo stesso negozio a San Giovanni o Figline e Incisa paga intorno ai 10€/mq; una famiglia di 4 persone in un appartamento di 80mq paga 365€ circa a Montevarchi, a fronte di 420€ a San Giovanni (escluse detrazioni Tarip) o 465€ a Figline e Incisa.
Conclude l’assessore Bucciarelli: “Infine da quest’anno ci sarà l’applicazione del bonus sociale, riconosciuto dallo Stato, e il comune di Montevarchi garantirà comunque le agevolazioni Tari che non saranno coperte dal bonus sociale con le sue erogazioni, ma di cui finora hanno goduto i cittadini del nostro comune. In sostanza, l’Amministrazione ha deciso di intervenire con risorse proprie, per la differenza eventualmente non coperta dal bonus statale, per garantire agli utenti bisognosi lo stesso livello di agevolazioni attualmente godute con il Regolamento comunale”.