19, Novembre, 2025

Referendum giustizia: nasce il “Comitato Vassalli per il SÌ”. Promotore per il Valdarno Carbini

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Sarà presentato ufficialmente lunedì 17 Novembre a Roma, presso la Sala Nassirya del Senato della Repubblica, il “Comitato Giuliano Vassalli per il Sì”, un’iniziativa che riunisce personalità riformiste, liberali, democratiche e cattoliche unite dall’obiettivo di completare un percorso di chiarezza e coerenza nel sistema giudiziario italiano.

La conferenza stampa vedrà la partecipazione di nomi storici e figure di spicco del riformismo garantista, tra cui gli ex ministri Claudio Signorile e Salvo Andò, ex parlamentari come Fabrizio Cicchitto, Mauro Del Bue, Ugo Finetti, Sergio Pizzolante e Giampaolo Sodano, oltre alla senatrice Stefania Craxi ed al fratello Bobo Craxi. A dare voce al Comitato nel territorio Valdarnese ci sarà Francesco Carbini, tra i promotori e primi firmatari del Comitato.

“Obiettivo del Comitato è porsi ‘a difesa della riforma per una giustizia giusta’, sottolineando che ‘la separazione delle carriere non è una questione politica ma una conquista garantista e un passaggio cruciale per rendere la giustizia più credibile agli occhi dei cittadini’.

Carbini, impegnato sul tema giustizia fin dai tempi del primo referendum post-caso Enzo Tortora, chiarisce l’obiettivo: “Dire ‘sì’ al referendum non significa attaccare la magistratura ma completare un percorso iniziato oltre trent’anni fa con la riforma del Codice di procedura penale del 1989 – il cosiddetto ‘Codice Vassalli’. La separazione delle carriere deriva in modo inevitabile da quella riforma e dall’articolo 111 della Costituzione in cui si parla di terzietà del giudice. Il nodo centrale è l’attuale ordinamento che mantiene uniti PM e Giudici nello stesso corpo, permettendo persino lo scambio di ruolo, un’ambiguità che mina la terzietà. Se il giudice è terzo – prosegue Carbini – non può essere fratello gemello del pm. L’aspetto importante è che vengano separati i due CSM, uno per i pm e uno per i giudici.”

Per questi riformisti, il cuore politico della riforma è uno solo: rendere visibile – non solo proclamata – la terzietà del giudice. Con le parole dei promotori: “la giustizia deve non solo essere, ma essere percepita come terza e imparziale tra accusa e difesa, a tutela di ogni cittadino.”

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