07, Luglio, 2024

Metalmeccanici ancora in sciopero nazionale, martedì in Valdarno un corteo itinerante

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Altre quattro ore di sciopero indette dai sindacati nazionali per lo stato di stallo nella vertenza per il rinnovo del Contratto nazionale. In Valdarno, dalle 10, sfilerà un corteo di auto, che partirà da Terranuova: “Cerchiamo di dare ancora più visibilità alla protesta”, afferma per la Fiom-Cgil di Arezzo il segretario Alessandro Tracchi

Una manifestazione in una forma inconsueta, con i lavoratori che sfilano, ma in auto, con un lungo corteo che martedì 19 luglio si muoverà per il Valdarno, partendo da Terranuova, dallo stabilimento ABB Power One, per dirigersi di fronte ai centri industriali più importanti. "Un modo per rendere ancora più evidente la nostra lotta ed esprimere dissenso alla provocazione della Federmeccanica", spiega Alessandro Tracchi, segretario di Fiom-Cgil Arezzo. 

La protesta è nazionale, portata avanti in modo unitario da tutti i sindacati, ed è partita a inizio 2016. Quelle proclamate per martedì sono quattro ulteriori ore di sciopero, indette dalla strutture sindacali nazionali per lo stato di stallo nella vertenza sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale di industria metalmeccanica e nstallazione impianti. E sono già venti, in tutto, le ore di sciopero dall'inizio della trattativa avviata a gennaio.

"La Federmeccanica – spiega Tracchi – rimane sostanzialmente ferma sulle proprie posizioni espresse fino dall'inizio della trattativa e che lasciano intendere, qualora assecondata, la fine del Contratto Collettivo Nazionale. In modo deciso e provocatorio continua a pretendere che lo strumento del Contratto non garantisca più la redistribuzione del salario a tutti i lavoratori metalmeccanici, e pretende di aumentare la produttività non riconoscendo parte dei permessi annui retribuiti. Insieme a questo non recepisce le ostanze delle organizzazioni sindacali in merito all'apertura di tavoli per discutere di strategie industriali complessive, piani di sviluppo per capovolgere questo stato di crisi che l'industria italiana sta attraversando".

"Non solo, si fa promotrice di diffondere tra i lavoratori la propria “piattaforma” in modo unilaterale. Una stagione di rinnovo contrattuale durissima, complicata dall'assenza del modello contrattuale di riferimento perché scaduto. Come sindacato – aggiunge il sergretario aretino – abbiamo deciso di alzare il livello di scontro in modo da dare più visibilità a questa vertenza, portando i metalmeccanici in mezzo alla cittadinanza, per spiegare e per far capire la pericolosità delle proposte di Federmeccanica". 

"Non garantire a tutti i lavoratori gli aumenti contrattuali contribuirebbe ad aumentare gli effetti della crisi, i salari negli anni hanno arretrato rispetto al potere di acquisto, quindi senza aumenti sicuramente non ripartirebbero i consumi, generando ulteriori situazioni di crisi. Aumentare le ore di lavoro a chi oggi ha un lavoro non permette di creare le condizioni per nuove assunzioni, in anni dove la disoccupazione dilaga. Continuare ad abbattere i diritti mettendo i lavoratori in conflitto tra loro produce una involuzione antidemocratica, ingiusta e iniqua verso chi già vive condizioni disagiate", conclude Alessandro Tracchi.
 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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