29, Marzo, 2024

Alla scoperta delle ricchezze culturali e storiche del territorio: l’attività dell’Associazione Culturale San Quirico Archeologia

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La Pieve di San Quirico in Alfiano o di San Quirico Soprarno è un sito archeologico che si trova nei pressi di Casiglion Fibocchi, sul quale lavora e si impegna l’Associazione nata poco più di un anno fa con lo scopo di promuovere l’interesse per l’area dell’antica pieve e di altre zone di interesse artistico, archeologico e storico della provincia

Nei pressi di Castiglion Fibocchi, in località “Pié San Chierco”, si trovano le rovine di un edificio sacro: è la Pieve di San Quirico in Alfiano, nota anche con il nome di San Quirico Soprarno. I primi documenti che ne attestano la presenza risalgono addirittura al 1131, poi la sua progressiva decadenza fu dovuta probabilmente alla localizzazione impervia e disagevole e soprattutto all'importanza assunta dalla viabilità del fondovalle con la fondazione delle “terre nuove" sotto la Repubblica fiorentina. A partire dal 1400 persa la sua importanza nel panorama religioso della zona
 
Tutte le informazioni e le ricerche storiche sono state curate dall’Associazione Culturale San Quirico Archeologia, nata poco più di un anno fa con lo scopo di “promuovere l'interesse per le testimonianze di carattere storico, artistico, archeologico e naturalistico nella provincia di Arezzo, oltre a favorire la ricerca scientifica in ambito archeologico e artistico”, offrendo possibilità di visitare luoghi che non rientrano nei percorsi abituali del turismo di massa, adatti a ogni tipo di pubblico, agli amanti della storia, dell'archeologia e dell'arte.
 
“La spinta iniziale è arrivata dalla possibilità concessa dal comune di Castiglion Fibocchi nell’indagare il complesso Plebano di San Quirico Sopr'Arno agli inizi del 2013”, spiega Salvatore Bussu, laureato in Archeologia medievale e specializzato in elaborazione di piattaforme GIS, tra i fondatori insieme alla collega Francesca Fabbrini, laureata in Archeologia medievale e specializzata in Archeologia dell'architettura. “Grazie al contributo economico del comune di Castiglion Fibocchi, dell'Unione dei Comuni del Pratomagno e di alcune associazioni di Castiglion Fibocchi, abbiamo avviato la prima campagna di sondaggi archeologici sul luogo”.
 
I lavori hanno previsto inizialmente una pulitura del sito dal verde infestante, una successiva rimozione di alcuni strati di crollo, grazie all'ausilio di mezzi meccanici e l'inizio dei sondaggi localizzati all'interno della pieve. I primi strati di crollo hanno restituito reperti di notevole importanza storica e archeologica, sino ad arrivare a scoprire i primi strati di vita. Il sondaggio ha inoltre permesso di produrre una ricostruzione parziale dell'evoluzione della pieve, ipotizzando insediamenti precedenti al periodo romanico, anche se non ci sono tracce certe.
 
“Nell’anno appena concluso ci siamo portati avanti con i lavori, con alcuni nuovi ritrovamenti, come si vede nelle foto” – spiega Salvatore – “Il vaso con il giglio fiorentino è un'anfora trilobata in maiolica arcaica, mentre quello intero è un boccale sempre in maiolica arcaiaca, ma deteriorato dal tempo. L’altro elemento è un'olla, mentre il cerchio è un elemento architettonico in materiale lapideo (pietra arenaria): il disegno rappresenta molto probabilmente un fiore delle alpi (se lo si osserva nelle parti vuote), un tipico simbolo pagano, molto diffuso anche nella cristianità, adottato poi dalla chiesa in epoca medievale come simbolo di rinascita. Al momento però non sappiamo cosa a cosa serva e quindi in quale parte della chiesa fosse collocato”.
 
L’associazione si compone non solo di archeologi, ma anche figure professionali nel campo della didattica, dell'arte e appassionati della natura, con lo scopo di dare rilevanza alla pieve e al territorio circostante cercando di incentivarne anche il turismo. I membri sono Francesca Fabbrini, Ernesto Ferrini, Salvatore Bussu, Rosaura Sarli, Marta Miccichè, Irene Bagnoli, Nicola Tricca, Arianna Briano, Letizia Maria Castelli.

 

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