12, Aprile, 2025

Inaugurato il nuovo stabilimento Savini: sarà dedicato alla produzione della Pinsa

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Inaugurato il nuovo stabilimento Savini totalmente dedicato alla produzione della Pinsa. Nonostante il difficile periodo del covid dal 2019 il fatturato aziendale di Savini S.r.l. è raddoppiato e per la Pinsa le previsioni sono incoraggianti: con il nuovo stabilimento l’Azienda punta a raddoppiare il fatturato del prodotto passando da 12 a 24 milioni di euro.

La Pinza Savini è un prodotto di gusto e alta digeribilità, deriva da materie prime tra cui tre farine: quella di grano tenero di tipo “0”, la farina di riso e la farina di soia. Ma un ruolo importante è svolto dal processo di preparazione: l’impasto lievita in maniera naturale per oltre 48 ore, viene poi spezzato e lavorato a mano, si ha quindi una serie di processi tra cui un ulteriore lievitazione di almeno 3 ore nelle cassette, infine vengono stese manualmente e precotte.

L’Amministratore Delegato Gabriele Filippini: “Abbiamo iniziato nel 2023 questa nuova ristrutturazione con un prodotto che già ci vedeva forti negli ultimi anni dal 2020 in poi e finalmente con un po’ di ritardo nella ristrutturazione siamo arrivati e oggi ci vede inaugurare un bel ambiente nel mondo della Pinsa. Qui verrà fatto soltanto questo tipo di prodotto che noi abbiamo iniziato ormai 12 anni fa e che oggi ci vede in un mercato importante. Il prodotto attualmente viene distribuito in tutta Italia e in Germania e con questa nuova fabbrica sicuramente andrà ad intensificare un po’ quello che è il mercato internazionale oltre a portare un prodotto nuovo che è il solito prodotto Pinsa ma conservabile a temperatura ambiente e non più +4°. Quindi un mercato più ampio rispetto all’attuale. Ad oggi abbiamo soltanto i +4° che è un prodotto da mantenere in vendita a libero servizio.”

 

Il Sindaco di Figline e Incisa Valdarno Valerio Pianigiani: “È una cosa importantissima, questa azienda sta ampliandosi a macchia d’olio, oggi viene inaugurata una realtà di 2500 metri quadri che è riservata soltanto alla produzione della Pinza e c’è un investimento di 7 milioni. Quindi sta succedendo una cosa che rispetto a quello che succede nel mondo è in controtendenza, è quindi una cosa molto positiva. Tra l’altro qui verrano impiegati 50 dipendenti di cui 20 nuovi assunti. Per cui credo sia un momento storico importante per l’azienda che ha due caratteristiche: una veduta nel futuro incredibile e la qualità dei prodotti. Per cui credo abbiamo un mercato molto aperto e quest’investimento va in questa direzione. ”

La direttrice commerciale Esmeralda Binaj: “Siamo orgogliosi di questo investimento che rappresenterà per noi una crescita importante del fatturato. Quindi a livello commerciale, come direttore commerciale, ho degli obiettivi molto importanti per portare l’azienda a crescere sempre di più, dare più lavoro nel territorio, occupare più persone e essere sempre un passo avanti a quello che è il mercato e portare sempre novità, prodotti nuovi e sviluppo anche non solo in Italia ma anche all’estero per sdoganarci da tutto il mercato sovritaliano. Diciamo che parlando del nuovo stabilimento di oggi, noi partiamo da un fatturato di circa 12 milioni attuali e il mio grande obiettivo è nell’arco di pochi anni di portare l’azienda a produrne 30 milioni, quindi è un grande obiettivo e sicuramente ce la faremo.”

Lo stabilimento si trova nella zona industriale del Porcellino, nella periferia di San Giovanni Valdarno ma il comune è quello di Figline e Incisa e conta una produzione totale annua di 11 milioni di chilogrammi di pane e Pinsa. Dal 2016 è entrato a far parte della famiglia Savini il marchio Fiore 1827, un Brand di Siena specializzato in dolci tipici della tradizione senese, che fra poco compirà 200 anni e che comprende ben 4 prodotti IGP: i Cantuccini, i Ricciarelli, il Panforte Classico e il Panforte Nero.

Lo stabilimento nasce a febbraio 2020 per la produzione di baguette destinate alla grande distribuzione, con l’esplosione però della pandemia il mondo si ferma. Ma grazie a Gabriele Filippini, al timone dell’azienda dal 1992, nasce l’idea di destinarlo alla Pinsa. Un prodotto che in quell’anno si inizia a vedere con un nuovo formato in alcune regioni di Italia e che oggi è diventato quello standard conosciuto da tutti. Per andare avanti serviva però un investimento importante che il CdA dell’azienda faticava ad approvare, ma grazie alla tenacia di Filippini la Pinsa oggi è il primo prodotto aziendale per fatturato, tanto che non viene distribuita solo in Italia ma anche in Europa, sopratutto in Svizzera e Germania.

Gabriele Filippini completa un’importante tappa imprenditoriale: il marchio Savini resta simbolo locale per pane e Pinsa, mentre Fiore 1827 continua la tradizione dolciaria. Entra a far parte dell’azienda anche la Cassata Fiorenza, dolce tipico fiorentino nato nel 1936. Dopo cinque anni di ostacoli, nel 2021 apre un nuovo stabilimento a Siena. Oggi l’azienda conta due sedi produttive e ha raggiunto nel 2024 un fatturato di 38 milioni di euro, in crescita dell’8%.

Il commento del cuoco Igles Corelli: “La tradizione, chiamiamola così, si evolve, quindi ogni prodotto nel tempo si evolve con farine nuove e anche con attrezzature moderne. È sempre in movimento, si può migliorare in qualsiasi momento e sicuramente avrà un cambiamento nel tempo. Adesso in Italia è abbastanza satura, però in giro per l’Europa e per il mondo c’è una richiesta notevole, non a caso adesso a Praga abbiamo dieci negozi legati alla Pinsa e la focaccia, quindi devo dire che c’è richiesta in giro per l’Europa e per il mondo”

 

Savini è un marchio che ha compiuto da poco 65 anni, che nasce con Giovanni Savini e i suoi tre fratelli che nel 1959 aprirono il primo forno a San Giovanni Valdarno. Acquistano poi nel centro della cittadina di Masaccio il bar Papi e lo trasformano in pasticceria. Nei primi anni ‘70 decidono di ingrandire la produzione e si trasferiscono nel nuovo stabilimento nella zona industriale del Porcellino. Infine nel 1992 entra in Azienda Gabriele Filippini, al quale sarà poi chiesto di entrare nell’attività e acquisirà così la maggioranza dell’Azienda diventandone capo. Il nuovo board è formato da tutti membri giovani della famiglia e sarà proprio questa generazione a dare inizio al nuovo percorso con la riscoperta del pane cotto a legna. Nell’arco di cinque anni i forni divennero 7 e l’azienda comincia a lavorare con il mondo della grande distribuzione.

 

 

 

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