12, Ottobre, 2024

Terremoto dell’Irpinia: quaranta anni fa una colonna di aiuti partì anche dal Valdarno

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A quaranta anni di distanza dal terribile terremoto dell’Irpinia, ricordiamo il contributo che il Valdarno offrì alle popolazioni terremotate, con una colonna di mezzi e personale sanitario messa a disposizione dall’allora Usl 20/a con il comune di Montevarchi

Anche il Valdarno contribuì, quaranta anni fa, a portare i primi importanti soccorsi subito dopo il tremendo terremoto dell'Irpinia, che il 23 novembre del 1980 colpì una larga porzione di territorio fra la Campania centrale e la Basilicata, provocando quasi tremila vittime e centinaia di migliaia di sfollati. 

A ricordare questo importante contributo, oggi, è Giovanni Romagnoli, che fu impegnato in prima persona e che ci ha scritto una testimonianza: "A 40 anni di distanza in occasione di quel tragico avvenimento vorrei dare testimonianza di un gesto di solidarietà che, anche se pochi lo ricorderanno, credo sia motivo di orgoglio per la nostra comunità", spiega.

"L'allora neonata USL 20/a in collaborazione con il comune di Montevarchi inviarono in soccorso alla popolazione terremotata una colonna con mezzi, personale sanitario e tecnici del comune, del tutto autosufficienti con materiale sanitario e di primo soccorso alla popolazione. Dislocati a Bisaccia, in provincia di Avellino, contribuirono alla messa in funzione dell'ospedale locale che, terminato nelle strutture, non era mai entrato in funzione e che sarebbe stato di grande aiuto vista la parziale distruzione dell'ospedale di Sant'Angelo dei Lombardi".

L'approvvigionamento idrico della struttura, la messa in funzione dell'impianto di riscaldamento, l'allestimento del Pronto Soccorso, della sala gessi, della sala operatoria sono state le opere alle quali furono coinvolti in prima persona i componenti del gruppo partito dal Valdarno. L'ospedale di Bisaccia ha rappresentato poi un punto di riferimento per coloro che provenendo da altre zone d'Italia portavano aiuto.

"Ricordo questo – conclude nella sua testimonianza Romagnoli – in memoria delle vittime del terremoto e dei colleghi che hanno preso parte alla spedizione e che non ci sono più".

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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