Il coordinamento civico di Per un’altra San Giovanni, Carlo Innocenti, Lorenzo Nardi e Fulvio Patrignani, intervengono su due interventi fatti in consiglio
"Il coordinamento civico della Lista “Per un’altra San Giovanni” interviene in merito alle risultanze degli ultimi consigli comunali nei quali il nostro gruppo consiliare si è visto respingere a maggioranza due proposte che avevano l’obiettivo di avvicinare le scelte amministrative della Giunta Viligiardi alle famiglie sangiovannesi. Nella seduta consiliare di dicembre la proposta di istituire per il triennio 2016-2018 un piccolo ma politicamente significativo “bonus bebè” per i nuovi nati è stata sostenuta solo dal Gruppo M5S (erano tutti assenti i consiglieri di “Cresce San Giovanni”). D’altro canto il Partito Democratico ha espresso voto contrario con la motivazione che il bonus era già stato istituto a livello nazionale. Tutto questo nonostante che il nostro gruppo, nei mesi precedenti, avessa accolto la richiesta della maggioranza di riportare in commissione il dibattito sul tema e venendo incontro alle loro richieste modificando il testo della mozione originaria presentata a settembre".
"Stessa sorte ha avuto l’emendamento alla delibera di approvazione delle tariffe dei servizi individuali 2016 nell’ultima seduta di bilancio, in questo caso sostenuta da tutti i gruppi di opposizione, dove il nostro gruppo aveva proposto una rimodulazione del costo del pasto aumentando il risparmio per le famiglie tra i 5.000 e 25.000 euro di I.S.E.E. e aumentandolo in minima parte alle famiglie più abbienti oltre 30.000 euro ed ai non residenti. Nel dibattito il Partito Democratico si è limitato a ritenere “non opportuna” la proposta del nostro gruppo senza alcuna solida argomentazione. Ebbene, entrambe le proposte, come stimato dal Dirigente dell’Ente avrebbero avuto singolarmente un impatto stimato di maggiori costi per il Comune di San Giovanni Valdarno di circa 15.000-20.000 euro. Crediamo che la scelta di non approvare alcuna delle due proposte sia stato un errore politico rilevante per la maggioranza perché con poche risorse questa Amministrazione avrebbe potuto, seppur in maniera limitata, venire incontro alle famiglie del ceto medio cittadino ma, soprattutto nel secondo caso, anche dare un segnale di maggior progressività delle imposte e dei costi dei servizi comunali secondo il criterio che “chi ha più paga di più”. Una seria ed estesa progressività delle imposte che ormai manca da San Giovanni da anni. Basti pensare che ancora oggi, relativamente all’addizionale IRPEF, ci portiamo dietro la scelta della seconda Giunta Tarchi (2007) che decise allora di aumentare per tutti l’aliquota dallo 0,5% allo 0,8%".