Alla Ginestra sono stati presentati i risultati del cantiere scuola di restauro, che per due settimane ha visto impegnati gli studenti della Accademia di Belle Arti di Bologna. 53 opere che hanno visto sparire i segni dell’alluvione del 1966
Un complesso lavoro, che in due settimane ha visto impegnati A Montevarchi cinque studenti dell'Accademia di Belle Arti di Bologna. Centinaia di ore di lavoro per togliere, a 53 opere di Odo Franceschi e Mario Bini, i segni del tempo ma soprattutto i segni dell'acqua e del fango dell'alluvione del 1966.
La presentazione dei risultati è avvenuta alla Ginestra, alla presenza del professor Alfonso Panzetta, direttore del museo civico del Cassero, a cui sono state donate le opere; del professor Enrico Fornaroli, direttore dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, e dell'assessore alla cultura del comune, Maura Isetto.
Ad illustrare gli interventi, il professor Augusto Giuffrida che ha guidato gli studenti in questo cantiere scuola, e gli stessi protagonisti del restauro. Fra foto, analisi al microscopio, spolverature e ripuliture, i gessi hanno subito un lavoro accurato, passato anche da una fase di restauro vero e proprio nel caso delle opere più degradate.
Ha preso la parola, infine, anche la professoressa Camilla Roversi Monaco, che ha illustrato un altro lavoro di restauro, curato sempre dall'Accademia di Belle Arti di Bologna, ma su una trentina degli oltre duemila disegni del fondo Galeffi, anch'essi segnati dal tempo, dall'umidità e da impropri interventi esterni.