17, Novembre, 2024

Operazione della Finanza per presunta corruzione in Estav: agli arresti domiciliari tre valdarnesi

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Si tratta dell’ingegnere sangiovannese Roberto Borchi, all’epoca dei fatti funzionario regionale in Estav, l’ente pubblico che cura gli appalti della sanità; e dei professionisti Ranieri Nidi e Fabio Cenni, residenti nel comune di Figline e Incisa. L’inchiesta delle Fiamme Gialle riguarda alcuni appalti, in particolare uno per l’acquisto di un magazzino a Calenzano

Sono tre i professionisti valdarnesi finiti agli arresti domiciliari nell'ambito di una inchiesta della Guardia di Finanza di Firenze su presunte corruzioni in appalti della sanità toscana. Ieri i militari del Comando provinciale delle Fiamme Gialle hanno dato esecuzione all'ordinanza di misure cautelari ai domiciliari emessa dal Gip di Firenze, dottor Angelo Antonio Pezzuti, su richiesta della Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Capo, dottor Giuseppe Creazzo, nell’ambito di una complessa indagine che ha riguardato, appunto, appalti pubblici all’epoca gestiti dall’Ente per i Servizi Tecnico-amministrativi di Area Vasta (ex “ESTAV”, oggi “ESTAR”).

L'inchiesta ha portato ai domiciliari tre persone, ritenute responsabili di aver indotto degli imprenditori privati a dare o promettere utilità: l'ipotesi è di corruzione, insomma. Le indagini hanno ruotato intorno all'ingegner Roberto Borchi, sangiovannese, funzionario pubblico regionale, all’epoca dei fatti in servizio presso l’Estav e Responsabile Unico del Procedimento in un appalto pubblico per l’acquisizione, per un importo di oltre 17 milioni di euro, di un magazzino a Calenzano, da adibire a deposito di farmaci e presidi sanitari delle Aziende sanitarie di Firenze, Empoli, Prato e Pistoia.

Stesso provvedimento nei confronti di due architetti residenti a Figline e Incisa, Ranieri Nidi e Fabio Cenni: secondo quanto emerso dalle investigazioni della Guardia di Finanza, coordinate dal Sostituto Procuratore dottor Paolo Barlucchi, Borchi avrebbe indotto l’amministratore della società venditrice del magazzino di Calenzano, la DIFIN S.p.a., a concedergli in cambio l’incarico di progettazione e direzione dei lavori di ristrutturazione dell’immobile, affidato ad un altro ingegnere indagato per gli stessi reati: un affidamento da 250mila euro che, sostengono le Fiamme Gialle, sarebbero tornati all'ingegner Borchi attraverso gli incarichi di progettazione commissionati a Nidi e Cenni.

Lo stesso Borchi avrebbe chiesto e ottenuto anche l’affidamento dei lavori di ristrutturazione dell'immobile, per un importo di oltre 5 milioni di euro, alla società Gruppo SEI S.r.l., a lui riconducibile, la quale però non prestò le garanzie bancarie necessarie per essere ritenuta affidabile dall’istituto di credito che doveva finanziare le spese da sostenere.

Altre tre gare di appalto sono finite nel mirino della Guardia di Finanza: una per l’affidamento dei lavori di ripristino del tetto della palazzina 14 di San Salvi; una per l’impianto di condizionamento della stessa palazzina; l'ultima per la progettazione esecutiva e la realizzazione dell’impianto antincendio per il nuovo MAV di Calenzano. Lavori per circa 500mila euro, e anche in questo caso affidamenti e subappalti sarebbero finiti a società in cui Borchi era socio occulto, o a cui comunque sarebbe stato legato. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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