L’ultimo episodio è quello della infermiera aggredita e picchiata al pronto soccorso di Arezzo. Pochi giorni prima, un medico di guardia aveva denunciato una aggressione in Valdarno. E ora la Asl8 ha raccolto in un documento tutte le misure che saranno adottate
La parola d'ordine è tolleranza zero, nei confronti delle aggressioni subìte dal personale in servizio nei vari presidi della Asl8 di Arezzo. Non è cosa di tutti i giorni, ma nemmeno un evento tanto raro. L’ultimo episodio, un paio di settimane fa, è quello dell'infermiera aggredita e picchiata da un energumeno al pronto soccorso di Arezzo.
E un'altra aggressione era stata denunciata da una dottoressa in Valdarno, che stava svolgendo una visita domiciliare perché in servizio di Continuità assistenziale, la ex Guardia medica, l'8 di agosto scorso.
Ora arriva dunque la risposta dell'Azienda sanitaria. Coordinati dal responsabile del rischio clinico della Asl, Gino Parca, medici, infermieri, responsabili di strutture particolarmente esposte al problema e responsabili della sicurezza, hanno tracciato le linee guida della risposta che si intende adottare.
Sono i medici, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari i soggetti maggiormente esposti al rischio di subire atti violenti. Sono loro quotidianamente i primi a contatto diretto con i pazienti e con i loro familiari, e che si possono trovare a gestire una forte emotività, spesso difficile da controllare. Sono, inoltre, in aumento i pazienti che hanno conclamati disturbi psichiatrici dimessi da strutture residenziali; e sempre più spesso raggiungono l’ospedale, in particolare i diversi Pronto Soccorso, utenti che abusano di alcol e droghe.
Il percorso individuato parte da una attenta analisi dei luoghi di lavoro e dei fattori di rischio correlati. Tre i punti chiave: l’elaborazione di un programma di prevenzione della violenza; l’analisi delle situazioni lavorative e la definizione delle misure di prevenzione e controllo; infine, ma non meno importante, la formazione del personale.
L’Azienda punta decisamente a diffondere una cultura di “tolleranza zero” nei confronti degli episodi di violenza, incoraggiando il personale a segnalare prontamente episodi specifici e collaborando con le Forze dell’ordine, che in questo scenario ricoprono un ruolo fondamentale.
Lo studio prevede di valutare con quale frequenza avvengano gli episodi di violenza, e quali sono le criticità da rimuovere. Sarà definito un programma periodico con questionari e interviste al personale nonché sopralluoghi nelle aree considerate a maggior rischio. Analizzati i fattori di rischio verranno adottate alcune misure preventive volte ad eliminarli: interventi strutturali o tecnologici, oppure di tipo organizzativo. Altro impegno assunto: garantire un opportuno trattamento e sostegno psicologico agli operatori vittime di violenza, per aiutarli a superare il trauma.
E poi la formazione. La Asl8 ha previsto corsi specifici destinati agli operatori sanitari: programmi di addestramento che dovranno essere assicurati a tutti, ma in particolare proprio a chi è impegnato nelle strutture di emergenza e urgenza. Già negli anni passati la Asl8 aveva sviluppato giornate di formazione, che saranno riproposte inserendole nel programma formativo del 2016.
Questi episodi spesso comportano un rapporto stretto con le forze di polizia. Anche in questo caso è stata individuata la necessità di definire meglio le procedure. Asl8 e Prefettura hanno aperto un tavolo di lavoro per consolidare ed eventualmente implementare le procedure attualmente esistenti, con un protocollo che definisca i ruoli anche delle diverse forze di Polizia.
Il documento prodotto dal gruppo di lavoro, ha inoltre individuato altre azioni che presto saranno sottoposte ad un esame tecnico specifico, come la rivalutazione delle telecamere (sia per la tracciabilità di ciò che accade, che come deterrente), la gestione degli accessi, la creazione di appositi sistemi di allarme per le urgenze (istallazione di specifici pulsanti), la valutazione di una figura di “vigilante” interno, la prosecuzione nei programmi di preparazione dell’operatore e lo sviluppo di specifici protocolli con le forze dell’Ordine.