04, Maggio, 2024

La variante Delta e la consapevolezza dei giovani nel vaccinarsi

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La recrudescenza del virus, principalmente nella ormai nota variante Delta, sta destando non poche preoccupazioni per la sua contagiosità e per il fatto che ne sono aggrediti in buona parte i bambini e gli adolescenti, principalmente perché, proprio questa categoria, è quella sottoposta al momento in misura minore al vaccino.

“Stiamo assistendo in questo periodo ad una recrudescenza del coronavirus, soprattutto nella sua variante Delta – sostiene il pediatra Antonio Cardinale – che è una variante caratterizzata da una particolare infettività. E’, inoltre, un errore pensare che questa variante produca soltanto casi paucisintomatici o, addirittura, asintomatici, perché esistono anche casi con particolari acuzie e necessità di ricovero in ospedale. La Delta è una forma che interessa abbastanza frequentemente i giovani e questo perché la campagna vaccinale ha interessato come primi soggetti gli anziani e le persone con fragilità, per cui in questo momento il virus trova scoperte le classi più giovani, dai 12/13 anni ai 17/18 anni, ovvero la classe adolescenziale. L’unico modo per garantire la salvaguardia di questa categoria di persone è il vaccino e non dobbiamo neanche pensare che ne basti una sola dose, visto che la protezione migliore, con la conseguente riduzione del rischio di infettività, si ottiene solo con la doppia dose”

Sull’opportunità di sottoporre i giovani al vaccino ci sono parere discordanti ed anche molti genitori temono effetti collaterali, proprio in età di sviluppo. Qual è il suo parere in proposito?

“Per quanto riguarda l’opportunità di sottoporre i giovani a vaccinazione anti covid, ormai da diverso tempo le varie società scientifiche e, fra queste la SID (Società Italiana di Pediatria) – prosegue il Dott. Cardinale – hanno un consenso unanime nel predicare la vaccinazione anche in età pediatrica dai 12/13 anni, con un vaccino mRNA del tipo Pfizer. E’ un vaccino ormai ampiamente sperimentato in queste classe e, per questo, fornisce le massime garanzie. E’, inoltre, un vaccino sicuro ed efficace anche se può avere minimi effetti collaterali, come avviene negli adulti, tipo un lieve gonfiore nella sede di inoculo o una febbre più o meno elevata nel corso della prima o della seconda giornata ed ha la proprietà di ridurre la possibilità di trasferire o contrarre l’infezione e di prevenire i casi gravi, soprattutto dopo la seconda dose. Le principali domande dei genitori, relative principalmente ai bambini, riguardano la possibilità di abbinare le vaccinazioni per le altre malattie, mentre si sta somministrando quella da covid. Tutto ciò è possibile se intercorrono almeno 15 giorni prima della vaccinazione da covid e 15 giorni dopo, nei confronti di quella per altra infezione – consiglia Cardinale – così come c’è un accordo delle varie società pediatriche nell’effettuare la vaccinazione nelle classi di bambini affette da asma allergico, purché questa sia effettuata in ambiente protetto per prevenire effetti collaterali importanti. Anche gli adolescenti devono essere vaccinati con vaccino mRNA, ma soprattutto per questa classe è fondamentale l’invito che ha fatto il Comitato Etico Nazionale per la Bioetica, il quale consiglia che vista l’età, la vaccinazione, affinchè sia compresa pienamente e con propria volontà dall’adolescente, sia corredata da una spiegazione esaustiva da parte del medico di medicina generale, delle istituzioni e dalla scuola, oltre che, ovviamente, dalla famiglia.”

Quale sarà, a suo avviso, lo scenario alla riapertura delle scuole?

“L’esperienza dello scorso anno è stata un’esperienza relativamente positiva – aggiunge il Dott. Cardinale – perché ha visto coinvolti in maniera attiva il personale docente e gli studenti, che hanno seguito scrupolosamente le regole, utilizzando le mascherine e mantenendo il distanziamento. Chiaramente l’attività della scuola è stata in gran parte sostituita dalla didattica a distanza e questa è una soluzione che non può durare a oltranza, perché la scuola non è solo istruzione, ma anche empatia, socializzazione e, per ottenere il ritorno in presenza, l’unico strumento è la vaccinazione non solo dei docenti, ma anche dei ragazzi. Il discorso relativo al green pass, nel suo aspetto coercitivo, è un discorso che ci porterebbe lontano, ma noi, in Italia, ci siamo arrivati perché nel tempo non abbiamo coltivato una coscienza vaccinale e questa è invece fondamentale, dal momento che in futuro queste epidemie potrebbero essere anche più frequenti e sarà importante che la maggioranza della popolazione si approcci con spirito positivo alle vaccinazioni “- termina Cardinale.

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