Purtroppo non sembra essere un buon anno, in termini di olivicoltura, per il Valdarno. La mosca ha difatti preso piede pressoché ovunque. Ce ne parlano gli esperti dell’IBE-CNR di Firenze
Un ulteriore duro colpo, purtroppo, per l'olivicoltura del Valdarno; la mosca olearia si è diffusa un po' in tutte le zone olivicole del territorio, pregiudicando la stagione, complice il clima degli ultimi tempi che ha favorito la diffusione del parassita.
"È inevitabilmente un'annata difficile – spiegano gli esperti dell'IBE-CNR di Firenze – considerando la generalizzata scarsa produttività dell'annata, l'attacco di mosca, favorito dall'andamento climatico dei mesi di settembre-ottobre è risultato oltremodo dannoso per il ridotto numero di olive presenti e per la loro elevata appetibilità dovuta alle maggiori dimensioni dei frutti. Il parassita ha colpito pressoché in tutto il Valdarno, Fiorentino ed Aretino, salvo dove non siano stati compiuti con precisione e tempestività i trattamenti necessari, ma sono eccezioni."
Foto concesse dal CNR-Ibe di Firenze
"La diffusione della mosca è stata favorita dalle dinamiche climatiche – afferma l'IBE-CNR di Firenze – sono stati registrati attacchi precoci da parte della mosca già a luglio in alcune zone della costa Toscana, poi, per quanto riguarda il Valdarno, a fine agosto e settembre le piogge e l'abbassamento delle temperature hanno creato condizioni ottimali allo sviluppo del parassita sulle poche olive presenti. Un vero peccato, dato che dal punto di vista qualitativo, e non quantitativo, ci si poteva aspettare una buona annata."
"La bassa produttività del 2019 potrebbe far prevedere un 2020 quantitativamente migliore – proseguono gli esperti – tuttavia è difficile fare simili ipotesi. Tutto è fortemente legato alle condizioni meteo che influenzano sia la fenologia delle piante che la biologia dei parassiti dell'olivo. Inverni miti possono, infatti, favorire la sopravvivenza delle forme svernanti della mosca. Un'annata simile, decisamente peggiore in questi termini, fu il 2014 con attacchi e danni sulle olive monitorati già da fine giugno."
Foto concesse dal CNR-Ibe di Firenze
"Fondamentale è affidarsi sempre alle informazioni fornite dalle reti di monitoraggio e controllo presenti sul territorio – concludono gli esperti dell'IBE-CNR – intervenire con tempestività e con metodi appropriati a seconda del tipo di agricoltura, convenzionale o biologico, è determinante per limitare i danni e allo stesso tempo evitare impatti ambientali nocivi. Il clima degli ultimi anni non ha certo favorito l'olivicoltura, con il 2015 come unico anno di grande produzione ed elevata qualità. La ricerca e le istituzioni sul territorio collaborano costantemente per monitorare e limitare gli effetti derivanti da stress ambientali e attacchi parassitari, sperimentando di volta in volta le strategie di contrasto più appropriate."