16, Novembre, 2024

La magia della Notte delle lucciole a Vallombrosa: la Forestale guida alla scoperta del coleottero simbolo di ambienti sani e biodiversità

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Dagli anni ’60 l’inquinamento, l’utilizzo di pesticidi e l’eccessiva illuminazione dei centri urbani hanno fatto quasi sparire le lucciole. Un processo non irreparabile, però: infatti oggi, in molte aree verdi, in particolare nelle riserve gestite dal Corpo forestale dello Stato, la tutela della biodiversità si accompagna con la presenza del coleottero. Domani sera una iniziativa guiderà i visitatori alla scoperta della magia delle lucciole

Quelle luci che si accendono a intermittenza nei prati d'estate, come fossero specchio del cielo stellato, sono anche preziosissime sentinelle dello stato dell'ambiente. La presenza di lucciole, infatti, è sintomo di buona conservazione dell'ecosistema, e allo stesso tempo costituisce un elemento di biodiversità da tutelare. 

A partire dagli anni ‘60 in Valdarno come in tutta Italia le lucciole sono notevolmente diminuite. Sono in declino in realtà in molte aree del mondo, in alcune zone addirittura sono dimezzate come in Malesia e Thailandia, a causa soprattutto della deforestazione. In Europa il Paese che ha visto la diminuzione maggiore è l’Inghilterra.

Per tale ragione la comunità scientifica mondiale è preoccupata per il destino di questi coleotteri lampyridi, che nella loro fase larvale si nutrono di molluschi e hanno quindi bisogno di zone umide e, soprattutto, non inquinate. In Italia la popolazione di lucciole è diminuita notevolmente negli ultimi dieci anni, soprattutto ai margini delle grandi città e in molti ambienti agricoli. I pesticidi che agiscono sulle larve, la cementificazione che distrugge i loro habitat, l’aumento di luce artificiale e di inquinamento luminoso sono le cause principali per cui le lucciole sono sempre più rare.

Solo negli ultimi anni i silenziosi dialoghi d’amore delle lucciole sono tornati a illuminare anche le nostre zone. Quelle luci emesse dalle lucciole, infatti, rappresentano il modo con cui comunicano tra loro. Il maschio, mentre vola, nel periodo dell’accoppiamento emette una luce “fredda” di intensità variabile per attrarre la femmina. Quest’ultima a sua volta emette segnali luminosi per comunicare la disponibilità all’accoppiamento. I maschi muoiono poco dopo l’accoppiamento, le femmine sopravvivono ancora qualche giorno, il tempo di deporre le uova nelle fessure del terreno e tra le foglie. In autunno sgusciano fuori le larve che subito iniziano a nutrirsi, soprattutto di lumache e chiocciole.

Il fatto che si rivedano le lucciole, dicevamo, è un buon segno. Il processo per il quale sono pressoché sparite, infatti, non è irreversibile: nel momento in cui variano le condizioni ambientali le popolazioni di lucciole possono ritornare, così come è avvenuto di recente nelle aree naturali protette urbane e nelle riserve naturali statali. Il Corpo forestale dello Stato, che gestisce 130 Riserve Naturali Statali, promuove a partire da questo fine settimana eventi in tutta Italia per conoscere e scorgere le lucciole e comprendere meglio i delicati equilibri che caratterizzano la biodiversità.

Uno di questi appuntamenti speciali sarà a Vallombrosa, domani, venerdì 26 giugno: l'incontro è alle 19,30 agli uffici del Corpo Forestale di Vallombrosa. I partecipanti potranno partecipare ad una passeggiata in notturna nel bosco, ed osservare così le popolazioni di lucciole. Il tutto dopo aver fabbricato lanterne per l'occasione La cena è al sacco. Per informazioni e prenotazioni occorre chiamare la Forestale al numero 055/862020.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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