La seconda tranche di aumento di capitale, per 18 milioni di euro, è prevista entro settembre. “Quella sarà l’occasione per rideterminare ruoli e rappresentanze all’interno della società”, precisa l’Amministratore delegato Marco Mairaghi intervenendo nel dibattito di questi giorni
Si avvia a chiusura il primo aumento di capitale, per Sei Toscana, che ora dunque può procedere con il secondo: il Consiglio di Amministrazione della società che gestisce il ciclo dei rifiuti fra Siena, Arezzo e Grosseto, ieri, si è riunito per chiudere la procedura relativa alla prima tranche di aumento di capitale, ha approvato la procedura di vendita delle quote non versate invitando i soci industriali che avevano manifestato offerta, ovvero Cooplat, Ecolat, STA e Revet, a procedere in tal senso.
E nel dibattito che si è aperto in questi giorni, in seguito alle dimissioni del Presidente Paolini e al bilancio chiuso in rosso di 4 milioni di euro nel 2017, l'Amministratore delegato Marco Mairaghi interviene toccando solo alcuni punti. "La delibera del Cda di ieri rappresenta un passaggio molto importante per la società – siega – con questo atto infatti si conclude finalmente la procedura di aumento di capitale da 12 milioni di euro avviata lo scorso anno che consente di poter procedere al richiamo della seconda tranche di aumento di capitale, da 18 milioni, prevista entro settembre prossimo".
"Proprio questo secondo aumento di capitale, già deliberato dagli organi, sarà l’occasione per rideterminare ruoli e rappresentanze all’interno della società. Tutti ci auspichiamo – sottolinea Mairaghi – che Sei Toscana torni ad essere a maggioranza pubblica, anche se so bene che non spetta né all’amministratore delegato, né al Cda, né all’Ato esprimersi sull’assetto societario. L’unico obiettivo della società, e del suo management, è quello di garantire, grazie al lavoro quotidiano di tutti i suoi dipendenti, un servizio il più possibile efficace ed efficiente, rispondente alle esigenze dei cittadini e delle imprese economiche del territorio. Su questo è necessario concentrare tutte le energie e le risorse, mettendo da parte polemiche che non fanno altro che arrecare un danno, non solo di immagine, alla società e a tutti i suoi lavoratori".