23, Dicembre, 2024

Gruppo di giovani scopre per caso una discarica in Secchieta: sepolti nel bosco bottiglie, lattine e altri rifiuti di quarant’anni fa. “Ora ripuliamo tutto”

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Una vera e propria discarica di rifiuti a pochi passi dal sentiero che porta fino al Monte Secchieta: uno sfregio alla natura e all’ambiente, che risale con tutta probabilità ad almeno quarant’anni fa. Quel deposito illegale di rifiuti è stato scoperto per caso da un gruppo di giovani che stavano partecipando ai progetti di sviluppo competenze e volontariato in natura con l’associazione Effetto Foresta, progetti di protagonismo giovanile finanziati dalla Regione Toscana con Giovanisì.

Sono stati questi ragazzi che durante l’estate hanno scoperto cosa si nascondeva sotto rami e piante, che crescendo avevano parzialmente nascosto alla vista quello scempio. Racconta Enrico, uno dei responsabili del progetto: “Abbiamo svolto con i ragazzi una serie di attività sul territorio, e la scorsa estate eravamo in Secchieta per ripulire la zona dai fazzolettini e dalle cose che lasciano i turisti lungo il sentiero. Due ragazzi, Giulio e Dimitri, in un momento di pausa, si sono arrampicati sui rami di un albero e hanno visto qualcosa brillare nel bosco. Pensando ad una bottiglia, abbiamo deciso di andare a toglierla: ed è lì che ci siamo accorti che non era una bottiglia, ma una vera e propria discarica”.

“Sotto uno strato di foglie abbiamo trovato tante bottiglie di vetro, insieme a lattine, sacchetti delle patatine, espositori da bar, alcune bottigliette di plastica. Ci siamo resi conto che erano tantissimi: e in base alla quantità e alla tipologia di questi oggetti, abbiamo capito che doveva trattarsi di una sorta di scarico dei rifiuti prodotti probabilmente fra gli anni ’70, ’80 e inizio ’90, da chi gestiva l’attività in Secchieta in quegli anni. Lo abbiamo dedotto proprio dal tipo di bottigliette, dalle etichette che ancora sono visibili, che riportano loghi e pubblicità di quel periodo”, spiega ancora Enrico.

Si tratta di quintali di rifiuti che da alcune decine di anni si trovano sepolti nei boschi, in una delle zone più belle del Valdarno. L’ipotesi, osservando la zona, è che in quel punto, che ricade in una proprietà privata, fosse presente in passato una sorta di costruzione, che probabilmente un vecchio esercente locale ha pensato di utilizzare come deposito per i suoi rifiuti, finendo poi per sotterrarli tutti proprio nel bosco, dove sono rimasti fino ad ora.

Dopo la prima scoperta, i ragazzi sono tornati durante l’estate con nuove attrezzature e hanno rimosso almeno duecento chili di rifiuti: “Ma abbiamo appena scalfito la superficie, sotto ce ne sono ancora tantissimi”. Ovviamente hanno segnalato tutto anche alle autorità competenti: “Abbiamo chiamato i Carabinieri forestali che sono stati informati e hanno preso in carico il caso”.

Ora l’obiettivo è di ripulire definitivamente questa discarica: “Qui siamo all’interno di Rete Natura 2000, sotto alla cima del Monte Secchieta, a poche centinaia di metri dalla riserva naturale di Vallombrosa: non si può tollerare che qui ci sia una roba del genere”, rifiuti che oltretutto lentamente si stanno degradando, liberando microplastiche e inquinando i boschi circostanti.

“Per questo, domenica 20 ottobre torneremo lì per ripulire. L’appuntamento è davanti al Rifugio di Secchieta alle 9,15 e facciamo appello a tutti quelli che possono dare una mano: partecipate a questa iniziativa. Per motivi organizzativi e logistici, si chiede a chi volesse partecipare di mandare una mail a info@effettoforesta.it, indicando il numero di persone che intendono prendere parte all’azione di volontariato. Al termine, verrà offerta a tutti i volontari la colazione dal Rifugio di Secchieta”. L’iniziativa è organizzata da Effetto Foresta insieme al Rifugio di Secchieta, in collaborazione con i Carabinieri Forestali di Vallombrosa e con il patrocinio dei Comuni di Montemignaio e di Reggello. I rifiuti rimossi saranno poi prelevati e avviati a smaltimento da Aer Spa.

Per maggiori informazioni, questo è il link. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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