In occasione dell’evento di ieri, ancora occhi puntati sulle dighe di Levane e La Penna. E Enel torna ancora una volta a sottolineare: “Non sono determinanti per la “laminazione”, non possono attenuare un evento di piena”
Nelle ore della piena dell'Arno, attenzione puntata sulle due dighe a monte del Valdarno, La Penna e Levane. Ma per prevenire ogni tipo di polemica, Enel torna ancora una volta a ribadire quale sia il ruolo di questi impianti: "In riferimento alla gestione degli invasi di La Penna e Levane, Enel Produzione ricorda che si tratta di sbarramenti fluviali utili alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile e all’ecosistema circostante ma, per le loro caratteristiche, non sono determinanti per la “laminazione”, ovvero l’attenuazione, di un evento di piena".
"Gli invasi – ricorda Enel – svolgono un importante ruolo di “sentinella” del fiume, informando le autorità competenti ogni volta che le portate in transito dalle dighe superano determinate soglie: la comunicazione viene fatta all’Ufficio del Governo di Arezzo, all’Ufficio del Governo di Firenze, al Servizio di Protezione Civile Centro Situazioni della Provincia di Arezzo, al Centro Operativo di Piena di Arezzo, all’ufficio Difesa del Suolo Provincia di Firenze, alla Centrale Operativa Provincia di Firenze, all’Ufficio Tecnico per le dighe di Roma, all’Ufficio tecnico per le dighe di Firenze e al Centro Funzionale Regionale della Toscana, come previsto dai vigenti Documenti di Protezione Civile".
E così è avvenuto, sottolinea Enel. "Anche in occasione del maltempo, abbattutosi sulla Toscana sabato e domenica, Enel Produzione ha svolto in pieno il proprio compito facendo comunicazioni regolari ed effettuando l’unica gestione possibile dei due invasi che, una volta pieni, diventano “trasparenti” rispetto al corso del fiume e lasciano transitare acqua senza alcuna possibilità di trattenerla".