22, Novembre, 2024

Cristina Simoni: “Ecco cosa nasconde la revoca del mio incarico”

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L’ex Presidente del Consiglio comunale di Figline Incisa, in un comunicato, precisa alcuni aspetti della vicenda che la riguarda legati al Pd

L’ex Presidente del Consiglio comunale di Figline Incisa, Cristina Simoni, dopo la mozione approvata dalla seduta consiliare con la quale il gruppo consiliare del Pd ha chiesto la revoca del suo mandato e dopo i vari interventi politici, interviene e precisa alcuni aspetti legati al Pd.

“Marco Recati, Segretario metropolitano del PD di Firenze e Marco Cardi, Segretario dell’Unione Comunale di Figline Incisa non solo ignorano il reale motivo che ha scatenato le gravi azioni contro la sottoscritta (ovvero: la contestazione dei contributi concessi dal Comune di Figline e Incisa alle associazioni del Valdarno aretino), ma sorprendentemente sia Cardi che Recati ignorano il fatto che nella stranissima seduta del consiglio comunale che si è svolta il 24 luglio – tra l’altro il modo in cui è stata svolta quella seduta consiliare è oggetto di un esposto alla magistratura –  il gruppo Pd presentandosi in aula da solo si è preoccupato soprattutto di fare due cose: revocare l’incarico di Presidente del Consiglio alla sottoscritta, adducendo motivi pretestuosi (e quindi ignorando il vero motivo della discussione sui contributi) e poi di approvare una mozione che guarda caso intende mettere una pezza, patetica e tardiva, sulla vicenda dei contributi dati alle associazioni aretine”.

“Il documento, approvato dal Pd nell’aula semideserta, afferma che, in fatto di contributi: “non ci devono essere discriminazioni delle associazioni in base alla sede”, omettendo di ricordare che l’art. 52 dello statuto comunale richiede l’iscrizione delle associazioni all’albo regionale e comunale. Quante di quelle associazioni aretine che hanno ricevuto i contributi erano iscritte all’albo comunale alla data del 3 maggio? Peccato che Cardi e Recati considerino come vicende personali questi gravi fatti amministrativi, sulla cui legittimità si esprimeranno gli organi competenti”.

“Tutti i partiti di opposizione hanno sollevato pesantissimi dubbi sulla correttezza procedurale del consiglio comunale del 24 luglio – ovvero la seduta in cui il Pd  ha revocato la sottoscritta e nel contempo ha approvato la mozione sui contributi alle associazioni – tanto da richiedere l’intervento della magistratura. Nel frattempo mi preme evidenziare come nel corso della stessa seduta consiliare, il segretario comunale e il V.Presidente Sarri si siano dimenticati di riferire che la sottoscritta era assente giustificata (per un malore che aveva richiesto il ricovero al pronto soccorso). Noto anche come la capogruppo del Pd abbia fornito una data sbagliata riferendosi alle minacce di morte ricevute dalla sottoscritta”.

“Il segretario dell’unione comunale del Pd, Marco Cardi, che ora parla di vicende personali, è lo stesso che si era presentato il 4 luglio 2018 per chiedere alla sottoscritta le dimissioni da Presidente del Consiglio come conseguenza della vicenda dell’ex assessore Chiosi, minacciando già in quella sede una mozione di sfiducia che poi c’è stata. Peccato che adesso Cardi si sia completamente dimenticato della vicenda Chiosi e di tutto quello che c’è dietro, giustificando la revoca imposta alla Presidente con la scusa che la sottoscritta avrebbe avuto “un comportamento non adeguato al ruolo istituzionale e non rispettoso dei propri colleghi di partito”. Insomma, secondo Cardi, la sottoscritta doveva prendere la spinta e stare zitta. Anzi, doveva votare atti di dubbia legittimità e stare zitta”.

Cristina Simoni conclude: “Spero che Marco Cardi, così sollecito nel mettere in dubbio il mio operato, sia altrettanto sollecito a fornire i chiarimenti che ho richiesto proprio a lui nella veste di segretario dell’unione comunale dei tre circoli Pd (Figline, Incisa e Matassino) in merito al rendiconto finanziario del partito, che dal 2014 ad oggi non è stato mai depositato e votato, malgrado le mie richieste, non ultima tramite email del 16 luglio 2018. Richiesta di chiarimenti che è tuttora inevasa”.

 

 

 

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